18 dalli prodotti delli campi messi a coltivazione, che fosse creduto di giustizia. Sopra questa Popolazione fatta volontariamente suddita e stabilita in varie parti delle Bocche ebbe l’obbedienza mia, per incontrare ossequiate Ducali 17 Giugno 1775, e versare col riverentissimo Dispaccio 18 Maggio 1777. Supplicavano allora gli Albanesi di essere con grazioso rescritto di Vostra Serenità freggiati del titolo di sudditanza per goderne le prerogative, e che fosse circoscritta la loro Nazione nelle vertenze della vita, e della società alle deliberazioni della Carica Estraordinaria come loro Giudice naturale. V. V. E. E. si avevano degnato di riflettere nell’ umilissimo mio rescritto sopraccennato le traccie, che la mia devozione aveva estese per riconoscer li rapporti tutti della Popolazione istessa ; qualificata dal riputato sentimento dell’ Ecc.mo Signor Vincenzo Donà, che sopra luoco seppe ben ravisarla, obbediente alle leggi, veneratrice del Pu-blico nome, sobria e attentissima alli propri affari, per esimersi in paese forassero dalle fattali conseguenze dell’ indigenza. Dipendendo tuttavia dalle scrivane Publiche deliberazioni l’aspiro di detti Albanesi, in cui sembrava che determinati fossero a vedersi naturalizati sudditi abitanti delle Bocche, era (?) abbandonato il primo divisamento con unanime consenso implorano concessione di Terre da lavoro pronti a tal oggetto di traslattarsi in qualche Isola della Dalmazia per renderla fruttifera col loro travaglio a sostentamento di sè stessi, e de’ loro discendenti. La determinazione di abbandonar il Paese, in cui vivono da molti anni, e per cui avendo già amicizie, parentele, e molti legami d’interesse, e di soccietà dovrebbero essere attacati, stabilisce il principio, che essi si ravisano veramente angustiati nelle Bocche, ove non possono mai sperar discretto sostentamento senza fondi proprj ciò che particolarmente immedesima gli Uomeni con la Terra, che abitano, e lascia poi forte presunzione, che per ottener il bene cui tendono si potrebbero indurre a traslatarsi in qualche Provincia più lontana. La fama porta già a comune notizia le sollecitudini, che attualmente s’impiegano dal Governo Austriaco per popolar gli estesi spazj di Aquileja e gli indulti, e blande maniere in cui si studia di alletar persone prive di possessi di Terre, che vivono in vessazione per concorrere a stabilirsi in quella contrada di Italia. Gli abitanti della Dalmazia sì nel continente, che nelle Isole sono sufficientemente provisti di Terre, e si può dir con verità, che in varie pertinenze mancano gli Uomeni alla coltivazione; ma la superior Provincia con angusti confini e ben popolata sarebbe nella maggior ristrettezza se il genio della gente de’ Litorali non li guidasse a coltivare il Traffico, annoverandosi quasi due mille persone occupate sopra imbarcazioni del Luoco. Levandosi però con li graciosi assensi di V. S.tà gli Albanesi btabiliti a Cattaro, Perasto, Stolivo e Territorio di Castel Nuovo, non lascierebbero vacuo di nessuna conseguenza a quella parte e potrebboro esser sittuati nella Dalmazia con soddisfazione propria e profitto Publico. Concedendosi a queste Famiglie spazio per poter errigersi case e fondi per applicarvi personal travaglio alla coltivazione, non essendo per quanto dessumo dalle informazioni già rassegnate spogli di sostanze, e di qualche peculio, impiegarebbero di buon animo le loro attenzioni all agricoltura, provisti già di mezzi per sostenersi nelli