62 nelle Bocche. Conflitti di confine fra Montenegrini e Bocchesi, regolati colla convenzione di Cattaro dell’11 aprile 1848; IV) L’ azione del comune^di Budua per la difesa comune contro eventuali attacchi da parte di potenze straniere; V) Il podestà di Cattaro,^Matteo Netovich, invita i rappresentanti delle Bocche ad un convegno generale per l’unione delle Bocche alla Croazia ;5VI) Grande assemblea dei Bocchesi a Perzagno addì 13’giugno 1848. Un indirizzo alla Dieta croata; VII) Risposta a Pietro II. Petrovic-Njegos. Fraterno compromesso dei comuni delle Bocche in merito ad un soccorso reciproco; VIII) La rivolta del Grbalj liquidata col verbale di Cattaro del 18 ottobre 1848; IX) Ulteriore contegno dei Bocchesi nei riguardi del movimento nazionale. Come si vede dal titolo dell’ opuscolo e dai sottotitoli dei capitoli, si tratta di una monografia a tesi, fatta con un criterio unilaterale, che rispecchia solamente una parte delle correnti dell’ opinione pubblica dalmata nel fortunoso e turbolento 1848. I documenti, pubblicati in appendice, sono^quasi tutti estesi in lingua italiana solo alcuni in serbor(cirilliano). Malgrado il difetto d’impostazione, l’opuscolo potrà essere consultato da chi si accingerà a scrivere un giorno la : storia'; della Dalmazia nel secolo di dominazione austriaca. UMBERTO NANI : L’Italia e i Balcani. Man-tero, Tivoli, 1938. La parte sostanziale del libro è formata da un quadro sommario dell’ evoluzione storica dei Balcani, suddiviso in IX capitoli, a seconda delle epoche e dei vari popoli. Nell’ ultimo è contenuta una sintesi dell’ irradiazione italiana verso i Balcani nei tempi recenti. Seguono, in forma integrativa, tre articoli, pure di argomento balcanico, e precisamente; Kemal Pascià e l’Europa; la Jugoslavia^nella nuova sistemazione mediterranea; Praga, Belgrado e Bucarest. II libro termina con uno studio, di particolare interesse per noi su ; Le origini e le funzioni storiche della borghesia dalmata. È stata questa borghesia che, col patrimonio morale e materiale ereditato dai tempi di Venezia, ha eliminato la lotta per la conservazione dell’ italianità dalmata, durante il secolo di dominazione austriaca. SEB. VISCONTI PRASCA ; La Jugoslavia, Treves, Milano, 1939, pag. 222 con 180 illustrazioni. Non è un libro politico e, dato il momento attuale non potrebbe nemmeno esserlo, questo lavoro di un colto ufficiale del nostro esercito, che è stato per più anni addetto militare a Belgrado. È piuttosto un libro informativo, di tipo turistico, scritto nell’ intento di far conoscere uno Stato, a noi vicino, che in causa della sua recente formazione non è sufficientemente conosciuto da tutti in Italia. E questo intento è stato raggiunto, purché - s’intende - siano molti gli italiani che lo leggeranno. E giova sperare che ciò avvenga, perchè il libro è scritto con brio, competenza, buon gusto e - diciamolo francamente - anche con spirito italiano. Chi, volendo visitare anche una sola regione della Jugoslavia, non avesse il tempo di consultare opere dettagliate e voluminose, prenda il libro del generale Visconti Prasca che gli offre, in una forma svelta e sintetica, la visione di tutte le cose caratteristiche: bellezze naturali, folclore, reminiscenze storiche. Essendo il libro scritto appunto per gli italiani, l’A. ha messo in evidenza tutto quello che ha attinenza con Roma e con l’Italia. Alla Dalmazia — e questo è quanto a noi interessa precipuamente — sono dedicate 45 pag. e 38 illustrazioni. Si vede che l’A. ha percorso la nostra provincia da Arbe a Budua, ne ha studiata e sentita la storia ed ha cercato di dire tutto quello che potrebbe invogliare il turista italiano a visitarla. Giuseppe Biscottini: La formazione del regno serbo-croato-sloveno. Estratto dalla