49 gennaio ’21 che ci svela uno fra gli attimi più intimamente appassionati : « C’ è stata dopopranzo una festa patriottica sulla Spianata e proprio adesso tornano indietro le bande militari d’Italia squillando il mio « Si » che viene urlato dal popolo e dai soldati. Mi ritiro dalla finestra : mi lapideranno ? Se muoio, chi sa, che non mi suonino il « Si » all’accompagnamento funebre ». In poche parole un susseguirsi di sensazioni miste d’ orgoglio, di timidezza, di speranza. Pochi anni dopo le medesime note squillanti del « Si » accompagnarono la salma del Sabalich verso 1’ ultimo e l’unico suo riposo. Di quegli anni sono anche queste note o brani di lettere non spedite : « Bisognava ci fosse qualche concittadino coraggioso di dire la verità a chi mostra di ignorare le condizioni del nostro paese e che rendesse noto a chi sta sopra le cose militari che gli edifizi storici di Zara appartengono esclusivamente a noi cittadini di Zara ! ». E dopo aver citato i palazzetti e le torri che non avrebbero dovuto andar nelle mani dei militari, continua: «Tutto ciò nessuno disse nè scrisse perchè c’è da occuparsi di bandiere e di gare sportive, cose senza dubbio patriottiche anche esse ma di secondaria importanza ». Non osiamo commentare queste note, dettate da momentanee sensazioni, che racchiudendo il più delle volte giustissime osservazioni, risentono non certo d’una atmosfera di gretto campanilismo, ma denotano un acuto regionalismo sebben nobile e sincero. « Non basta distruggere a colpi di martello gli emblemi tedeschi, bisogna sradicare dalle coscienze degli abitanti il morbo deleterio che ci diede il letargo col dominio di un secolo. Non basta spazzar dalle scritte delle nostre calli i nomi impostici ma bisogna educare il popolo alla storia del nostro risorgimento diffondendo libri e opuscoli, stampe e immagini, gratuitamente, perchè i libri più scelti non sono in mano che di pochi. Non servono in questo caso biblioteche, perchè il popolo non ama chiudervisi.....». Si leggano ancora queste parole che hanno un valore di autodifesa : « Quello che io faccio e da lunghi anni (e pochi lo sanno qui e, se lo sanno, credono che io Io faccia per lucro) è il fornire a biblioteche del Regno opere di storia e di letteratura qui pubblicate. Si rivolse a me la Biblioteca Vittorio Emanuele di Roma, si rivolse a me Guido Bustico per la Biblioteca di Novara ed altri per quelle di Lucca, Parma ecc. ... Io feci conoscere la nostra Zara agli studiosi d’Italia, girando casa per casa, qui, per rintracciare esemplari di opere esaurite, e raggiunsi così il doppio scopo, quello cioè di dare all’ Italia opere nostre a prezzi miti, e di far conoscere ciò che fino a un quarto di secolo fa veniva ignorato là dove nou doveva andar ignorato: il nostro passato storico. Il prof. Scrinzi, che aveva capito bene la mia opera di propaganda, mi voleva bene e il Museo 4