45 protofisico di Fiume ». — « Ed io sono i’Alacevich di Cherso », continuai io, tutto contento, in italiano, « e sono felice di aver fatta la tua conoscenza personale dopo di essere stato per tanto tempo con te in relazioni professionali, senza conoscerti de visu ». E continuammo un bel pezzo, discorrendo in italiano, senza riguardo al sottotenentino, che poco sapeva il tedesco e niente l’italiano. Dopo pochi minuti ci eravamo aperti 1’ animo, come vecchi amici. E così mi confessò che lo schizzo, che voleva fare, era un pretesto per andare in cerca di una via per la quale si potesse incappare in una pattuglia russa e cader prigionieri per non servire più l’Austria. Poi mi comunicò che a Viniski si trovava pure il prof. Zanella, addetto ad una colonna di sanità quale soldato semplice e completamente disarmato. Lo Zanella era considerato in quei tempi, da tutti noi italiani irredenti, come un semidio per la bravura e per il coraggio coi quali combatteva i soprusi del Governatore di Fiume contro gli usi e costumi della popolazione, la stessa lotta che ora Mizzi e Mifsud stanno facendo a Malta. E perciò espressi il desiderio di vederlo e di conoscerlo. Ed infatti, quella sera, ambedue, Blasich e Zanella, vennero a trovarmi nella mia cameretta. Passammo così un’ ora veramente geniale. Si parlò dei nostri ideali, delle nostre speranze. Sviscerammo la situazione della politica mondiale e dei vari teatri di guerra, facemmo piani, distruggemmo armate, sollevammo popoli e vivemmo felici per qualche attimo nei piani superiori dei nostri desideri. Quando ci accomiatammo, consegnai loro un volume delle commedie del Goldoni, che avevo trovato in un’ azienda agricola polacca pochi giorni prima, coll’ augurio che li preservasse contro la disdetta. E sembra che Goldoni m’ abbia esaudito, poiché un mese più tardi il mio collega dott. Svinjarev (del quale riparlerò) mi raccontò che Zanella e Blasich erano stati fatti prigionieri dai Russi, con tutto l’ospedaletto. « Gosì -concluse il dott. Svinjarev - Blasich non si è compromesso e il povero prof. Zanella ha salvata la pelle». — «Ma perchè salvata la pelle? Era pure all’ospedaletto, dove i pericoli sono minori!». « Caro Alacevich, tu non sai quale infamia era stata preparata ai danni di Zanella. Pensa ! Era stato inviato al Reggimento, dove ero prima col Blasich, coll’ ordine orale al colonnello di metterlo una notte senza armi davanti alle trincee, onde una palla lo colpisse per fatalità ! Il colonnello, uomo onesto, fece scappare quel tale che gli aveva portato l’ordine, dicendo : “ Io sono un ufficiale, e non un boia. Non sono obbligato di eseguire gli ordini di un vigliacco che non ha il coraggio di darmi un ordine scritto. Non sono nemmeno tenuto a credergli. Dovrei, invece, mandare al Comando Supremo, legato come una salsiccia, chi si fa portatore di simili sozzure, atte solo a demoralizzare ufficiali e soldati,,». E pensare che dopo la guerra Zanella e Blasich scivolarono nel campo dei traditori della patria italiana !