53 all’ universalità opposero l’individualismo, al documento l’idea, alla forma la « forma interna » o la « liricità pura », alla storia della letteratura la letteratura in sè. Manca però, sia nell’ arte che nella critica, un indirizzo costante, determinante, unificatore, e serpeggia un’onda di disarmonia che tiene in fermento gli stati d’animo e va a sfociare nel mare di un inquieto e torbido eclettismo ('). Correvano dunque tempi brutti per il Gondola, per una sua ripresa o per una sua nuova e fortunata affermazione. Egli del resto non è quel sommo esponente d’arte che abbia un valore assoluto e sia sempre attuale e possa quindi resistere vittoriosamente all’ azione corrosiva o all’ apatia pericolosa di epoche e correnti sfavorevoli ed estranee. Basta uno sguardo alla sua bibliografia nel dopoguerra e si avrà di ciò l’impressione precisa. Niente incensamenti o apoteosi, niente studi esegetici o appassionate monografie, niente edizioni popolari, niente influssi o riflessi nella letteratura amena. Una seconda edizione critica di tutte le sue opere, dovuta all’ esaurimento della prima nell’ anteguerra e curata d’ ufficio, come sempre, dall’Ac-cademia jugoslava di Zagabria (2). 1 soliti sondaggi d’archivio e la descrizione di qualche manoscritto gondoliano apografo di seconda e terza mano e di relativa importanza (3). Minuzie sull’ anno o sulla paternità di una poesia (4). Le solite « piccole note » (sitni prilozi !) sui maestri del Gondola (5), su certi elementi o personaggi storici delle sue opere (6), su la versione francese dell’ Osman (7) e via dicendo (8). Se qualche cosa di maggiore rilievo è stata scritta, ciò si deve sopra tutto ad un atteggiamento di revisionismo... o di netta opposizione addirittura. Così nel 1924 il prof. Barac scrìve un saggio sul Gondola, in cui con grande romorio di frasi e con eccessiva esteriorità di criteri prende posizione di fronte alle vecchie interpretazioni (*) Su questi ultimi delineamenti della cultura e della letteratura dei Serbo-Croati cfr.: D. Prohaska, « Srbocharvátská literatura », Praga, 1928 estr. da « Slovansky prehled» XVIl-XIX; F. Wollman, « Slovesnost Slovanu », Praga, 1928,pag. 219 ss.; A. Barac, « Srpsko-hrvatska knjizevnost » in « Narodna Enciklopedija srpsko-hrvatska-slovenacka » redatta da St. Stanojevió, Zagabria, 1929, vol. IV, pag. 441 ss. ; A. Cronia, «Appunti di letteratura serbo-croata. Verso nuovi orizzonti » in * La Cultura » V (1926) 494 ss. e « 1 principali apprezzamenti dell’ antica letteratura slava di Ragusa », Roma, 1933 estr. da «L’Europa Orientale» XIII, 11-12. (2) « Stari pisci hrvatski « vol. IX a cura di D. Körbler, Zagabria, 1919. (8) D. Körkler, « Cetiri priloga Gundulicu i njegovu Osmanu » in « Rad » 205 (1914); 5. Urlic, «Jos jedan nepoznati rukopis Gunduliceva Osmana » in « Na-stavni Vjesnik » XXIII (1915); P. Karlic, «Vatikanski rukopis Gunduliceva Osmana» ibid. XXVIII (1920); St. Banovic. «Jedan nauci nepoznati rukopis Gunduliceva Osmana», « Suzà sina razmetnoga » i prigodnice «U smrt Marije Kalandrice » in « Lje-topis Jugoslav. Akad. » 37 (1922). (4) M. Resetar, « Koje je godine postala Gunduliceva pjesma Ferdinandu II » in »Prilozi za knjizevnost, jezik, istoriju i folklor > II (1922); P. Kolendic, «Je li Gundulic napisao osmrtnicu Kalandrici » in « Glas Srpske Akad. » 126. (6) D. Körbler, »Cetiri priloga...» op. cit. (•) D. Körbler, « Jos nesto o izvorima Gunduliceva Osmana » in « Rad » 212 (1916); A.vGavrilovic, «Tradicija o Brankovicima u Gundulicevu Osmanu» in «Go-di§nj. Nik. Cupida » v. 33. (7) R. Maixner-Ivanovic, « Francuski prijevod Gundulióevog Osmana » in « Na-stavni Vjesnik » XXIX (1921). (8) Per altri saggi di minor importanza cfr. J. Matl, « Die serbo-kroatische Literaturwissenschaft » in « Zeitschrift fiir slavische Philologie » IX (1932) f. 3-4, pagg. 417-420. Fa eccezione però 1’ ampio articolo di M. Resetar, « Gundulicev Osman » in « Bratstvo » XVII (1923), in cui l’A. riesamina la questione della composizione del-1’ Osman, i suoi elementi formativi - interiori ed esteriori (quindi anche le « fonti ») -e la lingua.