33 storique sur les révolutions et l’indépendance de la Serbie depuis 1804 jusqu à 1850, due sontuosi volumi pubblicati a Lipsia (Brockaus) nel 1855» e recensiti dal Dalmata in giornali torinesi, con parole di lode. Il Cuniberti narra ne’ suoi volumi le imprese di Milos (figlio d’un contadino e della vedova d’ un Obren di Brusnitza), il quale partecipò nel 1804 all’insurrezione di Karageorgie V contro i Turchi, e, fatto voivoda nel 1807, si distinse tra i suoi commilitoni. Nel 1813, quando i Turchi occuparono la Serbia, Milos ebbe il governo di una parte del territorio serbo, e quando, nel 1815, scoppiò l’interna ribellione contro i dominatori, Milos ebbe il comando dei rivoltosi. Nel novembre 1817 fu eletto principe ereditario, o knez, col nome di Milos Obrenovic 1 ; con approvazione del Sultano avvenuta nell’ agosto 1830. A causa dell’opposizione serba, Milos dovette abdicare nel luglio del 1839 in favore del proprio figlio Milan Obrenovic 11, e se ne andò esule in Romania e in Austria. Richiamato in patria nel dicembre 1858, ricuperò il principato. Morì dopo vivi contrasti politici nel settembre 1860, ed ebbe a successore il figlio Michele Obrenovic 111, il quale fu assassinato a Topscider nel 1868. Il bel volume del Cuniberti, menzionato anche oggi dalla critica storica, si chiude con una sommaria descrizione delle benemerenze di Milos, principe energico ed assoluto, amministratore vigoroso. Nella sua lettera, il Dalmata rammenta volentieri i figli del Cuniberti, uno dei quali, Filippo, ufficiale superiore nel R. Esercito, fu come il padre, narratore sobrio, elegante, scrupoloso, di avvenimenti militari di grande inte-resse (*). Singolare, nella missiva, è 1’ accenno all’ iscrizione pensata e scritta dal Tommaseo per il monumento a Santorre di Santarosa di Savigliano, patrizio e ministro di Stato, capo della rivoluzione del 1821, esule in Grecia, morto sul campo a Sfacteria, come semplice milite, per la libertà e per l’indipendenza di quella nazione, « vero martire della patria, perchè cristiano e cittadino intemerato ». Veramente pittorica è la descrizione dell’ abitazione in Torino della vedova Cuniberti, « afflitta e quasi orbata degli occhi »; consisteva in una stanza in fondo ad una lunga ringhiera, vicino alla casa del dottore Valerio, il quale fu largo di cure alla desolata donna ed ai figli di lei. 11 Tommaseo nomina (‘) F. Cuniberti: - « Storia militare della spedizione dei Mille », Torino Roux, 1893. - « Note ed appunti della guerra d’ Oriente », 1877-78. - «Studio della spedizione dei Mille» (operazioni in Sicilia). - « La Serbia e la dinastia degli Obrenovich » (1804-1893). - « L’Albania ed il Principe Scanderberg ». - «L’equilibrio nel Mediterraneo», Torino, Lattes, 1905. Alla famiglia Cuniberti appartengono Alessandro, autore di opere legali, come: « Riflessioni e proposte sulle questioni del decentramento dello regioni e della sicurezza pubblica » (Bologna, Monti, 1875) ; Vittorio, generale del Genio Navale, morto