5 che li ardeva di dentro, e divampa il loro stesso tormento : lo stesso odio ai nemici, lo stesso amore alla patria, la stessa speranza del ritorno, che non si chiudono in essi in uno sdegnoso stoicismo, ma traboccano in una umana, travolgente poesia. Perciò Dante ha trovato in Dalmazia dei profondi cultori, che hanno profuso nel commento del sacro poema, genio e dottrina, ma furono attratti soprattutto alla sua poesia dai suoi alti valori morali, dalla sdegnosa grandezza della sua anima, eh’essi sentivano fraterna nella generosa passionalità degli impulsi, che si determinavano in una libera vita che, sulle avverse vicende, quasi suscitata da esse, celebrava la sua superiorità vittoriosa. Ma solo Arturo Colautti, invasato dallo spirito di quelle carte gloriose, lo risuscita in un carme, che ripete l'argomento e la forma stessa della Commedia, ma con un’ originalità così chiara che n’ esce un’ opera nuova per profonda comprensione moderna di vita. Non mimetismo, dunque, artificioso, non lavoro paziente di lima, non centone dantesco, ma un adeguarsi, al disopra degli abissi del tempo, di due spiriti, un confondersi in una sola essenza, un farsi sincroni e consoni, per necessaria ottemperanza ad un’ intima legge comune che modella dal fondo le spirituali fisionomie con indelebile segno fraterno. Indi, quel costruire con pietra dantesca i suoi canti, quel ricorrere a immagini e modi di Dante, non è impotenza o sterile riempitivo, ma incontro di anime, congruenza di passioni, in un mondo che non è più quello di Dante, ma è visto e giudicato col cuore di Dante, in un’opera di poesia, che ha architettura dantesca, ma porta chiara l’impronta leonina del suo creatore, in quanto rispecchia nel suo appassionato lirismo una comprensione nuova più ricca e più umana dell’ uomo e della vita. Al mondo ciclopico, ma convolto e involto di Dante, egli oppone un mondo esplicito e chiaro nei suoi nessi profondi. Nella sua visione, Dante procede per sintesi, simile nella sua compiutezza possente ad un atto creativo più che umano, onde le grandi figure, per entro ai grandi quadri ultraterreni, aggettano col vigore delle forze elementari, e raggiano la loro vita interiore, tutt’ epica ancora, con tale potenza che ne ingrandisce nell’ immaginazione sin le proporzioni corporee. Sono grandi nature chiuse, piene di lampeggiamenti d’anima, che lasciano intravvedere le vampe della passione, come un cratere i fuochi del vulcano. 11 Colautti, invece, per quel bisogno raffinato di analisi, che caratterizza il nostro mondo moderno, cerca proprio nei suoi personaggi l’intimo dramma psicologico, per dispiegarne i nessi oscuri, in cui maturano i motivi che determinano gli atti e le responsabilità umane, in quella catena di dolore eh’ è il destino d’ ogni singolo, e che sbocca nel male, nel delitto, nel peccato, nella morte. Quest’ intimo inferno, colle sue torbide afflizioni e i suoi disperati rimpianti, di cui il peccato si nutre e si avvolge come di una nube d’ombra e di tempesta, onde balena la passione e si dispiega il dramma di