55 emerge la terza edizione completa e critica delle sue opere per i tipi dell’Accademia jugoslava di Zagabria e per cura del prof. Kòrbler e, in seguito alla sua morte, del prof. Resetar (l). Ottimi il suo «apparato» introduttivo e il testo, discutibile quel-l’aggiunta in Appendice della versione di due canti della « Gerusalemme liberata » che ancora non si sa chi 1’ abbia « fatta », deplorevole la mancanza di una rassegna bibliografica (2). Assieme a questa edizione emerge una miscellanea, sulla quale appunto vogliamo fermare la nostra attenzione. E' il « Gundulicev Zbornik > che la Società letteraria di Zagabria « Matica Hrvatska » ha affidato alla redazione del Dott. Blaz Jurisic (3). La riteniamo degna di speciale menzione perchè per la varietà di argomenti che tratta e per il numero di collaboratori che intorno a sè raccoglie, non solo si eleva al di sopra dei soliti saggi monografici, ma rispecchia in modo interessante vari orientamenti dell’ odierna cultura letteraria dei Serbo-Croati. In altre parole si tratta di un omogeneo ma variopinto contributo gondoliano in genere e di un eterogeneo documento di cultura letteraria in particolare. Osserviamola per tanto dal primo punto di vista. Non seguendo il sistema saltuario o il disordine ideologico e metodologico della miscellanea che senza pompa e pose scientifiche distribuì probabilmente i contributi man mano che arrivavano alla redazione, noteremo anzi tutto alcuni articoli che, quasi estranei all’ argomento centrale, possono passare per introduzione storica al successivo quadro letterario e possono fungere tanto da « pezzo iniziale » di rassegne che incominciano «ab ovo», quanto possono essere stati ispirati da un positivismo tainiano intento a cogliere nel « milieu » il « segreto » [della creazione artistica. E’ cosi che F. Lukas spiega « perchè Ragusa è stata grande » (Zasto je Dubrovnik bio velik » pag. 13-27), Si tratta di spiegare la « grandezza » di uno « state-rello » (si notino i termini estremi dell’ antitesi) che non superò mai la superficie di 2.500 km’ e la popolazione di 60 000 abitanti, si tratta cioè di spiegare come il fattore razziale, spirituale abbia reagito al fattore geografico, materiale. Si affaccia quindi anzi tutto il « momento geopolitico », il quale con le sue « leggi » ha fatto di Ragusa una felice sintesi mediterranea di vari sistemi oro-idrografici e politici che si rispecchiano simbolicamente nel binomio Ragusa (romanità-mediterranea) - Dubrovnik (sla-vismo-continentale). Segue per importanza il « momento » etnico che è quasi conseguenza logica del fattore geografico; esso ha favorito quell'incrocio di razze, da cui è sorto il dinamismo o vitalismo raguseo; sua prima fase il nucleo originario grecolatino, determinante la successiva sovrapposizione slava : ma mentre si parla a lungo di questa e si mette in evidenza la sua fisonomía croata, non serba, si ignora la « vitale » supervivenza dell’ elemento italiano sia quale evoluzione naturale del precedente elemento romano, sia quale nuovo e continuo afflusso di espansionejper le vie del mare). Il^mordente però di ¿tutti questi «momenti» o fattori è stata 1’azione della civiltà che ha determinato e forma di governo e ritmo di vita, maneggio (d’armi e imprese difcommercio,3desiderio di conquista e rispetto idei possesso altrui, energia e clemenza, senso del Bello e coscienza del Buono. La storia che rispecchia tutto questo potenziamento di elementi eterogenei, non è però semplice documentazione, i1) «Stari pisci hrvatski », IX: Djela Giva Frana Gundulica, III ed. Zagabria, 1938. (2) Si cfr. una tale^rassegna nelill v., II ed.,Tdella stessa collana, 1937. (3) « Gundulicev Zbornik » o 350-godisnjici rodenja i 300-godisnjici smrti, Zagabria, Matica Hrvatska, 1938, pagg. 132 in 8° gr., s. p.