28 LA SCHIAVITÙ DEL MARSIGLI cezione, così poco capito e così poco amato da contemporanei e da posteri. È curioso da sapersi, sèguita il cronista, che prima che questo giovine cavaliero partisse da Bologna aveva nella mente concepito di volere operare gran cose e, se per altro non fosse stato lodevole, lo fu per questo di nutrire in se stesso un’idea ben grande di se medesimo; ma perchè regolata di puoca esperienza aborti nel punto medesimo di partorire alla luce i suoi vasti pensieri. Si portò egli a visitare alcune dame e cavalieri bolognesi, a’ quali diceva nel partirsi: — Spero che sentiranno gran cose di me —. Fra 1* altre si portò dalla marchesa Olimpia Nani Caprara e, fatto il complimento di partenza, l’ebbe a dire: — Signora marchesa, spero che questa volta ella udirà di me cose grandi e forsi non li sarà discaro il tener sopra il suo tavolino il mio ritratto —. La marchesa, eh’ era donna di gran spirito, rispose : — Non mi stupirei punto d’udire gran cose di lei, nè avrei difficoltà di levare la testa al Cardinal Caraffa (e in ciò dicendo mostrolli un ritratto di questo cardinale, che teneva in sua camera) e farle porre la di lei effigie —. A che replicò egli: — O signora marchesa, queste sono cose di puoco momento: a maggiori di gran longa io aspiro —. E si licenziò non senza lasciare di sè opinione di troppa presunzione e di puoca prudenza, come dagli effetti che successero poi fu benissimo verificato 43. La partenza da Bologna per andare a combattere in Germania avvenne il 26 luglio 1682 44 ; ma la sera del giorno 7 del mese precedente c* era stata congregazione dei confratelli45, dove si lesse lettera da Costantinopoli che informava come il padrone del Ghiselli avesse cresciute le sue pretese: voleva non più 500, ma 600 leoni, somma superiore di