82 LA SCHIAVITÙ DEL MARSIGLI buttai, domandando vino e pesce, che mi fu portato. Come allo spuntar dell’alba, il Caprara e il Mozzati col Bassi vennero a trovarmi con un nuovo zamberlucco di panno, foderato di pelle, e biancheria, conducendomi in un convento di frati, per attendere il buon vento. Che in un subito cominciò, conducendomi a vele piene a Spalatro, dove tutta la città venne sul porto a felicitarmi su la mia liberazione, con gridi di viva; e nel tempo che l’emiro turco, che abitava in quella scala di Spalatro per riscontrar le merci che dallTmpero turco passavano in questa scala e delle altre che entravano nella Turchia, doveva uscire da’ stati della Serenissima Repubblica, che allora aveva intimata la guerra al sultano : notizia che mi atterrì, riflettendo che, se avessi tardato un sol giorno, più non sarebbe seguita la mia libertà. Questo emiro, entrato nella Bosna, cominciò a pubblicare che io era un figlio del re di Polonia; che confermò in Serraglio al bassà, esclamando le grandi accoglienze che io aveva ricevute in Spalatro. Di modo che i poveri miei padroni furono fatti carcerare e spogliare de’ 300 zecchini, ed anche spiantare e distruggere quella povera famiglia. In Zara fui accolto da quel generale della Dalmazia, che fu un senatore di casa Donata,