MEMORIALE 149 vano le chiese, che facevano schiavi, che decapitavano i vecchi e i piccioli fanciulli. Da sì terribile aspetto non men che improvviso, mi voltai a quei pochi ungheri che erano meco, chiedendogli: “ Che dite? „ Ma, dati ad una precipitosa fuga, mi dissero : * Non so che farvi „. Nulladimeno con soli cinque che meco restarono risolsi di piuttosto morire, che unirmi ad un traditore, procurando col benefizio del cavallo di ritirarmi, come mi riuscì, sotto un forte di Capoar, che apparteneva al decapitato conte Nadasti ; e subito chiamai il comandante di quello avvisandolo che si allestisse per una valida difesa, nella quale me gli sarei interessato secondo era l’obbligo mio. Esso comandante disse che non mi conosceva per nulla, e quale autorità avevo io per pretendere comando ivi. A che risposi con dirli saper bene che gli ero noto, ma che ad ogni modo volevo soddisfare alla di lui importuna domanda, e gli esibii la patente del Duca di Lorena; della quale ridendosi, disse : “ Volentieri vi riceverò, quando vogliate assistermi a minutare le capitulazioni della resa „. Proposta che mi obbligò di dirli: che per la prima campagna nella quale servivo Sua Maestà non volevo capitular resa e che perciò secondo la fede data m’assegnasse competente