RAGGUAGLIO 87 e che mai si potevano figurare che io fossi stato un uomo di tal condizione. E che non gli parve vero di riscattarsi dalla carcere, nella quale erano stati posti, col dare al bassà li 300 zecchini; e che si dovevano consolare che quell’ emiro ritornato da Spalatro, quando fu di là sfrattato per la dichiarazione di guerra, pochi mesi dopo, in gastigo di Dio di avergli fatto tanto male, era stato strangolato; e che avevano toccato con mano che il danaro acquistato per riscatto degli schiavi non aveva la benedizion di Dio. Quando questi due turchi venivano alla mia tenda, erano sempre seguitati e da turchi e da cristiani, curiosi di sentire quei discorsi che fra loro e me si facevano con la tenda alzata. Intesa la miseria di tutta la loro famiglia, comprobatami dal vederli cosi laceri, mi risolvei di far fare in Sebenico provvisioni di panno e raso per vestire la loro famiglia, e di preparargli in una borsa dugento zecchini, e di più soccorrerli con mille capi di pecore, di quelle migliaia che poco prima io aveva fatte confiscare a’ morlacchi ribelli, che avevano ardito d’insultare i campi turco e veneto, e promettergli una lettera di raccomandazione al gran visir in Costantinopoli, perchè quello di nome Omer, più vecchio fratello dell’ altro, fosse consolato d’ un rimarrò che rendesse trecento reali.