24 LA SCHIAVITÙ DEL MARSIGLI gli arci con fratelli di Santa Maria della Neve, assonti in essa alla sant’opera del riscatto, ne intraprendessero seriamente il suo con le prescritte formalità e premure. Il che tutto a buona occasione e puntualmente esegui con lettere dettate dalla sua fervorosa carità e parimenti obbliganti la compagnia ad onorarsi di aggregarlo alla stessa, come se gliene trasmise in pergamena autentica la fratellanza; e maggiormente si confermò questo gentilissimo cavaliero nella presa risoluzione di sovvenirlo quando vide poco dopo che, asserendo non dovere un vero cristiano mancare neanche di fede umana, non solo ricusò di fuggire, come averebbe potuto, con quei sessanta od ottanta schiavi de’ quali ne corse il ragguaglio, e fu in parte attribuita la felicità del successo all’ assistenza datavi dallo stesso bailo, ma non volle più che un greco, che l’aveva tolto provvisoriamente dalle catene, desse per lui garanzia presso il padrone 34. Il Marsigli infatti raccomandò lo schiavo bolognese a quell’arciconfraternita e chiese d’esservi iscritto, con una lettera che in copia e autografa si conserva tra le carte della compagnia35. Porta essa la data del 20 novembre 1679, ma fu letta in congregazione solo il 10 febbraio 1680, in cui si deliberò di negoziare quel riscatto, che sarebbe costato forse meno di 500 reali, e di spedire il diploma d’iscrizione al Marsigli. La lettera di ringraziamento è del 16 maggio *6 e in essa lo scrivente avverte di aver esposto quanto egli intanto ha fatto per il Ghiselli in una altra diretta al senatore Gozzadini, protettore del-l’opera. Trovo di qualche interesse in quella una calda raccomandazione, naturale in quest’ uomo,