86 LA SCHIAVITÙ DEL MARSIGLI che mi avevano sotto Vienna comprato dalla morte, correndo ad abbracciarmi la gamba destra e a baciare la tromba dello stivale : atto che corrisposi col chinarmi ad abbracciarli e baciarli ambi in fronte. E dipoi feci avanzare due de’ miei cavalli da mano, volendo alla testa delle mie truppe marciare con averli ai fianchi e pubblicare a quelle che questi erano stati i miei padroni all’ assedio di Vienna : notizia che gli causò meraviglia e tenerezza. Così laceri sopra di tali ornati cavalli entrarono meco nel campo. Ed avendo loro fatto preparare una tenda per istare appresso di me alcuni giorni, li feci trattare lautamente ; e quando mi trovava disoccupato, li facevo venire da me, per informarmi dello stato della loro famiglia, che mi rappresentarono d’ una somma miseria, per essere stati nella guerra da’ mor-lacchi, sudditi della Repubblica, rovinati ed i loro bestiami depredati. E piangenti esagerarmi, che il mio riscatto de’ 300 zecchini gli era stato mangiato dal bassà di Bosna; chè, informati che io non fossi quel pover’ uomo che avevo detto, ma anzi un figlio o congiunto del re di Polonia, non potevano nè dovevano darmi la libertà, ma consegnarmi a lui, per essere mandato al trono del sultano in Costantinopoli. Cercarono la loro difesa con attestati, che io mostrava di non sapere nè meno stare a cavallo