PREFAZIONE 45 Consoli il signor senatore Da via: essendo il suo figlio marchese Giovanni Battista prigioniero del visire, gode meglio trattamento; ed io ho scritto a Costantinopoli, come vedranno dalle lettere che scrivo al nunzio, per fargli avere di quando in quando denaro per vestirlo ed agevolargli la schiavitù, che però non sarà tanto dura'8. Senza data, ma forse di quel torno di tempo è la minuta di una sua supplica inoltrata col beneplacito dell’inperatore al papa per avvisare ai modi di soccorrere gli schiavi fatti nelle guerre dell’ Ungheria, dove dichiara di “ aver nelle miserie con loro vissuto e promesso a Dio di procurare, con le sue sostanze di fortuna e con gli offizii e con ogni raccordo, sollievo a ridurli in stato di resuscitare un giorno alla vita della libertà „ 77. Durante le trattative poi per la pace di Karlowitz, un’altra buona azione imparo da lui che di fare il bene non desiste un solo istante. Scrive da Brod il 17 agosto 1700 due lettere78: una a Lorenzo Soranzo, residente veneto presso la Porta, e un’altra a Martino Imberti, addetto alla stessa ambasciata, da lui conosciuto 21 anni prima in Costantinopoli, per pregarli di indicargli se nella parte veneta si trovino schiavi oriundi di Bologna, poiché “ un considerabile numero di gregarii bolognesi militando ha avuto l’onore di cooperare col proprio sangue alla gloria e progressi delle armi della serenissima repubblica „ e alcuni potrebbero esser caduti prigionieri. “ L’istituto dell’università del Riscatto „ ha messi a sua disposizione 800 talleri da spendere per liberarli e ciò egli fa tanto più volentieri, in quanto si ricorda d’essere stato egli medesimo in