130 LA SCHIAVITÙ DEL MARSIGLI e lo fece soscrivere dal suo segretario; indi mi diede una fusta o galeotta armata, acciocché con maggior prestezza mi fussi potuto rendere a Venezia, come feci dopo d’ una navigazione di quattro giorni. In Venezia fui condotto al magistrato della sanità, che con pienezza di voti mi diede la pratica e gli amplessi di congratulazione per la mia libertà. E giugnendo il mio benefattore Pietro Ci-vrani, con sommessione da figlio lo ringraziai, ed egli con tenerezza da padre abbracciommi ed in gondola mi condusse alla sua casa; dove già era preparato letto e medico, che fu Giacomo Grandi. 11 quale, conosciutomi nel pericolo del-l’idropisia, mi curò per tre settimane; nel di cui termine, avendomi resa la salute, potei con maggior allegrezza goder le visite degli amici, che furono molte, e gradire il giubilo della mia patria e de’ miei parenti. Di là diedi parte a Sua Maestà Cesarea della mia liberazione e; della prontezza di rendermi al suo servigio, sùbito che mi fossi perfettamente ristabilito nella salute. L’atto medesimo esercitai col Duca di Lorena, a cui trasmisi la relazione delle mie osservazioni sopra Buda e ponte d’Oessek. Indi visitai molti amici e senatori grandi, e particolarmente Lorenzo Soranzo, savio grande; sotto la di cui set-