n8 LA SCHIAVITÙ DEL MARSIGLI della sconfitta dell’esercito ivi spedito e della perdita del medesimo, per la qualità, se non per la quantità della gente, più sensibile a’ turchi della rotta sotto Vienna. Il Kam de’ tartari, con alcuni suoi pochi più scelti ufficiali, distaccatosi dal gran vesir, si pose in marcia con noi verso Oessek per la strada regia, eh’ era molto ben fornita di ponti, osterie e d’ ogni altra cosa necessaria. Col viaggio di molte fatigose giornate giu-gnessimo a Darda, villaggio che stava nel principio del famoso ponte di Oessek; il quale, col beneficio della dimora di un giorno alla metà della allora asciutta palude, osservai e ne feci disegno con sugo d’erba nella carta suddetta, come dopo la mia liberazione da Venezia ne diedi conto al Duca di Lorena. Il ponte, eh’ era fatto sulla palude di travi ed agucchie di legno, si passò felicemente ; ma giunti al corso del Dravo, che era attraversato da un altro ponte,- fatto di barche, non avessimo ugual fortuna, mentre li miei padroni al par di me furono rispinti, con una furia di bastonate, dalle guardie che stavano all’imboccatura di que’ navigli. Onde li convenne desistere dal tentativo di passare e, lungo il fiume Dravo, fra le asciutte paludi ascendere per più ore, insin’ a tanto che potessimo arrivare ad un certo villaggietto, passando con una piccola