RAGGUAGLIO 77 parole a mio vantaggio, mi condussero alla loro casa; che trovai miserabile, piena di donne e figliuoli pezzenti. Nella quale mi assegnarono una piccola stanzetta senza lastricata; ed in mezzo piantando un palo, al quale fermavano la notte i ceppi, mi diedero due lorde schiavine, una per mettermi sotto e l’altra sopra, con un piccolo cuscinetto riempito di fieno, che sopra di una pietra mi serviva di capezzale. E crescendomi l’infermità, a segno di non dovere più sperare della mia vita, ebbi ricorso a domandare la carità che da me venisse un padre di quel convento de’ zoccolanti che era in Rama, perchè mi confessasse; ed il padrone stentò ad accordarmelo, ma il religioso, forse impedito, diferì molto a venire. Alla fine ebbi questa consolazione e sotto il titolo di confessione gli comunicai la mia qualità, perchè in una scattola mi avesse portato il Venerabile segretamente. Ma mai più lo vidi. La natura si aiutò con la crise dell’orina; che essendo così frequente nella notte, furono obbligati di sciogliermi la catena dal palo, perchè potessi uscire da quella carcere, in quei terribili freddi e nevi, ad orinare nella copia che faceva e senza che mi potessi più reggere per la destituzion delle forze. Un poco migliorato, fui provvisto di carta e calamaio, per iscrivere a Spalatro ad un certo