127 possano appoggiarsi in direzione alquanto obbliqua verso le stesse. Continuando in tal modo nel mettere i legni attorno il centro fino alla periferia della carbonaja si forma il primo strato della stessa, nel quale viene poi posto un secondo, e qualche volta sopra di questo un terzo. Venendo tutti i legni posti in direzione obliqua, ne viene di consequenza che il secondo strato ha una periferia e rispettivamente un diametro minore del primo, ed il terzo minore del secondo, finché si chiude la forma sferoidale col disporre alcuni legni in cima del-1’ ultimo strato. Anche queste carbonaje vengono poi coperte di terra e polvere di carbone come le anzi descritte; e le si accendono col gettare carbone e legni minuti ardenti giù pel vuoto rimasto tra i 3 pali, cioè alla cima. Allorché si scorge che la carbonaja è accesa, si chiude anche questo buco con della terra. Queste carbonaje possono all’ occorrenza contenere delle quantità assai maggiori di legna che le prime descritte ; del resto variano le opinioni sulla preferenza riguardo alla qualità del carbone che si può ottenere coll’ uno o coll’ altro di questi due metodi. Un terzo metodo consiste nel carbonizzare piccole porzioni di legna in appositi buchi i quali vengono riempiuti del legname da carbonizzarsi, e coperti in modo simile come fù sopra descritto. Questo metodo usasi per lo più pella carbonizzazione di rimansugli di legna, sparse quà e là sul suolo, o di legni sottili e corti che non ammettono il regolare accatastamento, oppure per estrare il catrame dal legno di pino,su di che parlerassi in seguito.