6 CAPITOLO I lare disposta verticalmente. Nell’inventario del 1611 (p. 15) è detto : L’armadura de Gattamellà fornida bianca et dorata con li suoi brazzali, manopole, gambiere intrieghe et la sua celada da lanza. Il suo scudo de ferro, il spai lazzo da barriera, un’altra celada da barriera, una mezza buffa, il troncon della lanza, il suo stoco senza fodro et la stia mazza ferrada. La seia de cordouan pauonazzo damaschili et la brena et tutti li suoi fornimenti, et la penacchiera alla testa de cauallo et un’altra penacchiera alla celada della testa de Gattamellà — ed in seguito.... Sopra la scala il cauallo de legno finto de bronzo sopra il quale v’ è l’armatura de Gattamellà. In quello del 1773 (p. ó): Cavallo di legno con armatura di ferro, mazza ferrata in mano, staffa di ottone, in memoria del fu Gattamelà, che militò sotto Brazzio Montone nelle guerre d'Italia dell’anno 1435; fatto Generale delle genti veneziane fece notabili acquisti per la Repubblica quale gli fece dirizzare una statua equestre vicino alla chiesa di S. Antonio in Padova ». Nella consegna del 1799: Cavallo di legno con suoi fornimenti e sopra !armatura di Gattamelà con mazza ferrata in mano. Sorge in vero il dubbio che non sia questa l’armatura del Gattamelata. Infatti, data la sua forma e i cosciali a più lame, è da ritenersi si tratti di un’armatura del se- fra le schiere del celebre Ceccolo Broglio, signore di Assisi, e poi passò quale Prefetto della cavalleria agli stipendi di Braccio da Montone, che lo elevò in alto grado autorizzandolo ad usare la sua impresa ed i colori della sua sopravvesta. Fu poi successivamente al servizio dei pontefici Martino V ed Eugenio IV ed infine nel 1433 passò al soldo della Repubblica Veneta distinguendosi nelle guerre contro Niccolò Piccinino, condottiero al servizio del Visconti duca di Milano, e riportando su di lui la famosa vittoria di Roado, quantunque con forze inferiori e milizie stanche da penose vicende. La Serenissima, come sempre, si mostrò grata al suo fedele condottiero conservandogli negli ultimi anni di sua vita il grado ed il soldo quantunque ammalato. Mori il 16 gennaio 1443. Ebbe solenni onoranze funebri a Venezia, a Narni ed a Padova; ed in quest’ultima città, dove mori, fu sepolto nella chiesa del Santo, e gli fu eretto un monumento equestre, capolavoro del Donatello.