OGGETTI DIVERSI I35 i° In data 13 dicembre 1487 si delibera di scrivere agli ambasciatori a Roma che la Signoria desidera di concludere la condotta col conte di Piti-gliano e che lo persuadano a mandare a Venezia un suo nunzio con pieni poteri per trattare. (Deliber., Senato Secr: Reg. 33 Carte l’oat.l; 20 Con successiva lettera del 15 dicembre del Collegio all’ambasciatore a Roma si fanno nuove istanze perchè il Pitigliano mandi a Venezia un suo legato, e si suggerisce all’Ambasciatore di interessare il Sommo Pontefice della cosa, acchè intervenga personalmente in questa istanza presso il Pitigliano, convenendo più al Pontefice che il predetto Conte fosse al servizio della Repubblica Veneta, sua alleata, che non di quella di Firenze. Si chiude la lettera raccomandando all’Ambasciatore di non lasciar trapelare il grande interesse che ha la Repubblica di aver al suo servizio il Pitigliano, altrimenti questi potrebbe affacciare grandi pretese sul prezzo della condotta. (Collegio, Lettere Filza, 1). 30 Negli Annali Veneti del senatore Antonio Malipiero è ricordato che: Ai 29 di Zcnaro 1488 è sta conduto per Capetanio General da terra Domenico Nicolò Orsini conte di Pitigliano, con vinti mille ducali de provvisioni). R 11 — Bastone di comando tutto di acciaio della foggia del precedente con grossa palla dorata all’estremità. R 12 — Bastone-fucile donato dal signor Ercole Sanchiani, suddito italiano residente a Salonicco. Si apre a fodero, con incastro a baionetta, ad un quarto della lunghezza dall’impugnatura e presenta la camera del bossolo. Canna di acciaio con intarsi in argento e punta da innastare alla bocca. Pomo di legno e sotto di questo il bottone di scatto. K 13 — Raccolta di disposizioni stampate della Repubblica Veneta relative all’Arsenale. (1) È interessante qui riportare un brano di lettera privata che espone chiaramente l’opinione pubblica di Venezia dopo la sconfitta di Agnadello: Tamen se atendeva ala volta del re de Franza che sotomeso lui tuto lo resto a?idava in malora; perchè se atendeva a lui, et credando sta povera Signoria aver tuta zente fidada et realli al suo stado era lopoxito traditori e ribelli, e quell che se credeva fosse pitìi fidadi queli era i mazor traditori, chomenzando dal conte de Petijan chera nostro Capitanio% che se lavesse vojudo far el suo dover, quando chomenzò la scaramuza el signor Bartolomio da. Viano, nostro governator de champOy che luterà ben marchescho et fedelissimo, li avesse dado sochorso de 300 lanze, i averia roto e frachasadi Fransexi... etc., etc. (Arch. di Stato, Venezia, lettere commerciali, secolo xvi pubb. dal signor Giuseppe Dalla Santa, 30 agosto 1903).