33 vita ideale, delle voci, che hanno detto delle parole decisive e profonde e sprigionato degli echi che vibrano ancora nei firmamenti dello spirito. Tuttavia, va rilevato che questi scienziati nostri, naturalisti, filosofi o matematici che siano, hanno in comune una ideazione caratteristica, che si sprigiona come da un temperamento esuberante e pugnace, che ne informa, ed anche inquina talvolta, il pensiero ; ma dà loro una originalità così viva, un senso così profondo della umanità del sapere, che in essi è sempre mobile e attivo, così che ci appariscono, in tutti i tempi e sotto ogni clima, pur coi loro grandi difetti, pieni ed interi, come quei nostri uomini del Rinascimento, per i quali ogni umana cosa diveniva oggetto d’ interesse e di scientifico esame. In questa loro versatilità inquieta e impetuosa, che li porta spesso ad andare contro corrente coi tempi, pur maestri in un campo, essi affrontano, insofferenti di specializzazione e di limiti, nei campi più disparati i più vari problemi, e passano dalla metafisica alla poesia, sino alle pratiche applicazioni di idraulica e di ingegneria. Basta pensare al Patrizio, al Boscovich, al De Dominis, per non citare che i maggiori, per notare questo carattere, che infirma la saldezza del loro pensiero, frantumandolo in una dispersione piena di originalità e di genio, eh’ è la loro debolezza e la loro forza ad un tempo, perchè li rende psicologicamente assai interessanti, ma scoraggia chi voglia seguirli sull’accidentato terreno eh’ è il loro. Infine, quest’ irrompere della personalità nel processo astrattivo del pensiero dà spesso una eccezionale energia di propulsione ai loro concetti, che legano volontà, cuore e intelletto, insieme, ed hanno l’impeto della fede viva, la virtù dell’ eloquenza e l’indignazione dell’ ira. Perciò essi riescono polemisti temibili, anzi espongono spesso le loro verità solo in funzione polemica, quasi per una volontà acerba di provare le proprie forze nelle asprezze e le difficoltà dei contrasti. Senza voler risalire sino a San Girolamo, sulla soglia dei tempi nuovi, troviamo un polemista agguerrito e filosofo di ben vasto orizzonte in Francesco Patrizio da Cherso (1529-1597), che qui si nomina perchè le isole del Car-naro, sino al principio del secolo scorso appartenevano alla Dalmazia ; il quale andò professore alle università di Padova, di Ferrara e infine di Roma, ed ebbe intuizione piena della nuova filosofia speculativo-sperimentale, che aveva avuto la sua espressione prima con Bacone in Inghilterra, per trovare, più tardi, il suo metodo e l’applicazione, in Italia, col Galilei. Pensatore ardito, e poeta ad un tempo, compose anche un poema epico in verso « eroico » inusitato ; sorse, in pieno aristotelismo, a combattere Aristotele e cercò, rivolgendo la sua indagine a tutti i campi della conoscenza, di fare della filosofia una sintesi di tutto lo scibile. Per la sua opera capitale Nova de universis philosophia, salutata al suo apparire come un’ affermazione del genio italiano, egli appartiene veramente a quella nuova filosofia d’Italia, che ergendosi, con Bruno, Campanella e Telesio, contro la scolastica, aprì una nuova èra alla specula-