46 motoscafo tra la Riva IV Novembre e le opposte rive Lungomare Lepanto e Cristoforo Colombo. Per l’eventualità di attacchi aerei, tutti i ricoveri erano aperti, già da tempo apprestati nei palazzi dei pubblici uffici, entro ai bastioni, nei caseggiati più grandi, altri ancora di fortuna. La facciata della cattedrale di S. Anastasia, da mesi non mostrava più i suoi trecenteschi altorilievi, scomparsi sotto una protezione di muratura e sacchi di sabbia ; nell' interno della cattedrale, il prezioso altare maggiore, costituito da quattro colonne d’ ordine diverso l’una dall’altra, scomparso entro una solida armatura ; le sei tavole di Vittore Carpaccio, una pala di Palma il Giovine ed il ricchissimo tesoro, trasportati in posto più sicuro. Nella chiesa di S. Simeone, l’arca d’argento dorato, contenente il corpo del Santo, celava ai fedeli i preziosissimi rilievi a sbalzo di Francesco da Milano; chiuso il R. Museo archeologico e allontanate le raccolte dei vetri, dei bronzi, delle monete. Nella chiesa di S. Francesco, il grande dipinto attribuito al Carpaccio, « La Chiesa militante e la Chiesa trionfante », veniva protetto da una robusta impalcatura; nella sacristía della stessa chiesa, un mirabile polittico trecentesco trovava uguale riparo, mentre nella cappella attigua di S. Antonio, un grande crocifisso dell’XI secolo veniva tolto e collocato in altro posto. Dalla biblioteca comunale Paravia erano stati fatti partire tempo prima codici, pergamene, manoscritti; ma quanti tesori restavano ancora negli archivi, nelle biblioteche, specie dei conventi I Messali miniati, codici, pergamene, encunaboli, opere manoscritte ed a stampa rarissime. Fortonatamente tutto questo materiale non subiva danno alcuno. 8 aprile. Ancora nessun indizio di avvisaglie nemiche. Questo, lo si diceva nella mattina ; ma non era possibile che il nemico non tentasse di sfogare il suo bieco livore su Zara, mèta sempre agognata e mai raggiunta. Il tempo s’era frattanto rasserenato, la pioggia cessata, il cielo sgombro di nuvole, la temperatura però eccezionalmente fredda. Ed ecco, nel pomeriggio, la prima azione di guerra. Verso le ore 14.45, tre aerei, provenienti da sud ovest, sorvolavano la città ad un’altezza di circa 1700-1800 metri. La immediata vicinanza di basi aeree consentiva al nemico di raggiungere in pochissimi minuti la città ; non vi era possibilità quindi di dare l'allarme in precedenza. L’ urlo della sirena ripetuto per tre volte ed il contemporaneo fuoco della difesa contraerea facevano riparare i passanti nei portoni delle case o nei vicini ricoveri. Erano tre apparecchi da ricognizione che, compiuto un giro sulla città, si allontanavano. L’allarme era durato pochi minuti; il segnale di cessato pericolo era però appena stato dato, che un’ altra volta la sirena e la contraerea entravano in azione. I tre aerei erano sulla città e vi indugiavano, probabilmente per osservazioni e rilievi. Avvistata una nave ormeggiata alla diga del porto, che poteva essere scambiata per nave petroliera, mentre era carica .... d’acqua potabile, i tre apparecchi a volo radente la mitragliavano, senza recare danni nè fare vittime. Poi, ripresa quota, si allontanavano rapidamente. Il battesimo del fuoco lo avevamo avuto. L’allarme era durato 45 minuti circa. Per le calli e per le piazze la circolazione riprendeva subito. La sera e la notte