75 lavoro che potrà interessare parecchi italiani, possidenti agrari della Dalmazia. Qualche nostro lettore desidererà cer-tameote sapere già da questo cenno, come fosse regolata la proprietà fondiaria della Jugoslavia. I due studiosi giuristi non gli danno una risposta precisa perchè, «anche se la riforma agraria possa dirsi nelle sue grandi linee ormai definita, manca ancor sempre il suo perfezionamento ; però l’opera di unificazione delle varie legislazioni vigenti in Jugoslavia è a buon punto ; solo interessi contrapposti di classe e di religione ritardano principalmente la pubblicazione del nuovo codice civile, che è la base di tutti i rapporti giuridici e principalmente di quelli fondiari, se non si arriva alla pubblicazione di un codice agrario ». Oli interessati dovranno quindi leggere le delucidazioni, molto chiare, oggettive e convincenti di questo studio. « In attesa degli accordi previsti dalla Convenzione di S. Margherita Ligure, firmati a Roma il 23 ottobre 1922 (R. D. 21 febbraio 1923 n. 281) e da quella di Nettuno del 20 luglio 1925 (R. D. 31 agosto 1928 n. 2175) la liquidazione fissata dalle anzidette leggi non doveva valere per i vasti e numerosi possedimenti dei cittadini italiani, in quanto essi eventualmente non vi aderissero spontaneamente. Lo speciale regolamento è avvenuto con l’accordo di Belgrado del 19 maggio 1939 (approvato in Italia con la legge 13 luglio 1939 n. 1335). Esso stabilisce che le indennità fissate dalla legge 19 ottobre 1930 debbano prendersi a base anche per 1’ espropriazione dei beni appartenenti ai cittadini italiani, ma con spirito di benevolenza e d’equità. La liquidazione dovrebbe terminare al 31 dicembre 1940, ma mentre gravi eventi maturano lo Stato italiano provvede per conto proprio a pagare indennità ai propri cittadini ». o. r. O. P. GENOV : Il trattato di Neuilly e la Bulgaria. Ass. italo-bulgara, Roma, 1940. L’A., professore di diritto internazio- nale alla'R.'; Università di Sofia, presenta con questo libro uno studio chiaro, preciso, convincente, dei torti, materiali e morali, inflitti dai vincitori della grande guerra alla Bulgaria, vinta colla pace del 1919 che porta il nome da uno dei sobborghi di Parigi. Le mutilazioni territoriali della Bulgaria, che sono state le più sensibili, sono tre : Dobrugia, sbocco all’ Egeo, Macedonia, tutte contrarie alla giustizia nazionale. Per ciò il prof. Oenov, portavoce di tutto il popolo bulgaro, invoca la « revisione » del trattato. Un torto, quello della Dobrugia, è stato riparato di recente da un lodo dell'Asse Roma-Berlino. Certamente i Bulgari sperano che dalla nuova guerra esca una revisione anche del secondo, in modo da avere realmente il promesso sbocco all’ Egeo. In omaggio alla giustizia e all’amicizia italo-bulgara vogliamo augurare anche noi che questo torto sia riparato. Trattandosi però dei Balcani non possiamo far a meno di esprimere un dubbio, quello cioè che la giustizia nazionale non basti a stabilire la pace internaziouale. La giustizia ideale non è, purtroppo, il retaggio di questo mondo, in nessuna sua parte e meno ancora in quella che è stata condannata dalla natura ad essere sempre dilaniata dal suo squilibrio interno e dalle influenze esterne. Per ciò la storia dei Balcani, più che quella di altri paesi, è stata sempre la risultante, non della sola giustizia ideale, ma delle forze contrastanti, interne ed esterne. Noi, dalmati italiani, conosciamo per una triste esperienza tutta la gamma dei conflitti secolari tra il mare e il suo retroterra. E sappiamo che per risolvere i principali problemi balcanici non basterebbe la sapienza di Salomone. o. r. Luigi Saporito: «Che cosa è la Dobrugia» Edizioni di Roma Fascista. 1940. La Dobrugia è uno dei più spinosi problemi balcanici, per colpa della natu-