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Dalmata» fu soppresso nel 1916, dopo cinquant’anni di strenua battaglia, e ne segui il confinamento del suo valoroso direttore Gaetano Feoli, reo di essere rimasto fedele, in piena guerra italiana, al suo ideale italiano.
     Parallelamente al « Dalmata » zaratino, combatteva una anche più aspra battaglia « L’Avvenire » di Spalato, dove Antonio Baiamonti difendeva con disperato eroismo il Municipio minacciato, assecondato dal Matcovich e dal Co-lautti, che fecero del loro giornale un fierissimo assertore del diritto d’Italia.
I	due combattivi redattori costretti a partire, « L’Avvenire », cessò le sue pubblicazioni nel 1882; ma fu seguito, nel 1884, dalla «Difesa», che per quattro anni, colla collaborazione dei più brillanti ingegni della provincia, tenne alta a Spalato la bandiera italiana. La quale fu innalberata apertamente dal «Corriere Nazionale», fondato a Zara nel 1896, con idee avanzatissime, da alcuni giovani animosi, e dal «Risorgimento», fondato qualche anno prima della guerra mondiale, colla quale cessò.
     Colla Redenzione risorse, a Zara, « La Voce Dalmatica» (11 nov. 1918-
II	maggio 1919), che dette espressione all’entusiasmo cittadino nelle prime smaglianti ore della vittoria. Negli anni febbrili delle conferenze di Versaglia e di Rapallo, ad esprimere la passione della Dalmazia, la protesta e il rimpianto per la mutilata vittoria, sorsero vari giornali: «La Dalmazia» (1919-1921), «11 Corriere di Zara» (1919-1921); mentre il fermento ideale, provocato dal movimento dannunziano e dal Fascismo, si riflette nell’« Azione Nazionale» (1921-1922) e nell’« Aquila del Dinara » (1922-1923). Alla quale successe, quale organo ufficiale del Fascio di Combattimento della Dalmazia, nel 1923, il «Littorio Dalmatico», che dal 1934 porta il nome fatidico di «San Marco!»
      A fianco alla stampa battagliera politica, uscirono in Dalmazia innumerevoli periodici letterari, per lo più di corta vita, fra i quali « Le Scintille » (1886-90), «La Cronaca Dalmatica» (1888).
     Nel 1926, il Senatore Antonio Cippico fondò a Roma « l’Archivio storico per la Dalmazia » per far conoscere la storia italiana della nostra terra ; e cogli stessi intenti la « Società dalmata di storia Patria » fece uscire quattro pregevolissimi volumi di «Atti e memorie» (1927, 1929, 1934).
      Ma la più vitale, fra queste pubblicazioni periodiche, è la « Rivista Dalmatica », la quale, fondata nel 1899 da Luigi Ziliotto e Roberto Ghiglianovich, tenne viva la tradizione della cultura italiana in Dalmazia, sino alla guerra mondiale (1914), e risorse, colla redenzione di Zara (1922) a nuova vita, tenendo alta per vent’anni la sua vecchia incontaminata bandiera, eh’essa piega oggi, con legittimo orgoglio, davanti alle truppe d’ Italia, che presidiano saldamente, e per sempre, la Dalmazia finalmente italiana.
Ildebrando Tacconi