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     Il Commissario Bartolucci ritornò a Zara il giorno dopo, lasciando a Spalato il professore Tacconi, quale Commissario distrettuale.
     11 momento più emozionante è stato quello nel quale venne ammainata la bandiera croata — quella jugoslava era stata fugata dagli Ustasci — e issata quella italiana, in segno della presa definitiva di possesso.
     La prima preoccupazione del Commissario distrettuale di Spalato è stata quella di garantire la continuazione dei servizi pubblici, di assicurare il ri-fornimento di viveri alla popolazione e di stabilire un contatto col pubblico attraverso un giornale.
     In quanto a giornali, usciva, unico superstite, il «Novo Doba» (L’era nuova), portavoce dell’ambiente jugoslavo spalatino, con tendenze notoriamente antitaliane e con velleità di postume polemiche. Il Commissario prof. Tacconi Io soppresse, per diritto di guerra.
     Siccome la sua tipografia era la meglio attrezzata, fu requisita e destinata a stampare un nuovo giornale quotidiano, bilingue, il « San Marco, edizione di Spalato ».
     A dirigerlo fu chiamato, da Zara, il direttore del « San Marco », Antonio Just-Verdus (dalmata), polemista mordace, il quale anni prima, rispondendo a certe allusioni del « Novo Doba » alla conquista di Zara da parte degli Jugoslavi, aveva ammonito sulla possibilità che un giorno lui, Antonio Just-Verdus, fosse venuto ad assidersi alla scrivania redazionale del velenoso direttore del « Novo Doba ». La realizzazione di questa profezia, detta forse più per baldanza polemica che per un intimo sentimento di imminenti possibilità politiche, è stata certamente una delle più grandi soddisfazioni morali che possano toccare ad un giornalista.
     Ma questa soddisfazione è stata pagata con sudori di altro genere. Il « San Marco di Spalato » ha dovuto funzionare appoggiandosi al vecchio personale, redazionale e tipografico. Per di più la requisizione delle linee telegrafiche con /.ara e coll’ Italia da parte delle autorità militari, privò la redazione del giornale dei Comunicati Stefani. Per sopperire, il direttore fu costretto di far captare alla radio, a mezzo di stenografi d’altra lingua, i comunicati dell’Asse e tradurli — un merito che i lettori ignorano, forse tuttora.
     Intanto, da Roma, si propose che il Commissariato della Dalmazia si trasferisse a Sebenico; ma prevalse l’opinione del Dott. Bartolucci di trasferirlo a Spalato, ritenendo egli indispensabile di avere da vicino una conoscenza perfetta dell’ambiente, che si prospettava completamente nuovo e con problemi del tutto diversi da quelli della provincia di Zara.
     II Commissario civile, Dott. Bartolucci, giunse a Spalato, capitale della Dalmazia jugoslava, il giorno 28 aprile, avendo come suo aiutante il capitano, Dott. Enzo Urschitz (dalmata) e dopo aver lasciato a Zara, a sostituirlo ed a reggere il partito, il vice segretario federale, Giuseppe Franchi (trentino).