55 venuto pian piano formando, a dire del Bulferetti « una sua rigida e complessa personalità esposta ogni momento all' occasione di ricevere o di recare noia ». Fiero della sua libertà, sdegnoso d’ogni menzogna e finzione era convinto che la letteratura « quando è venale non valga nulla ». Lo stile dei primi anni, forse ancora influenzato dalle cose, dagli uomini e dalle avventure di Dalmazia, era in lui crudo, energico e sarcastico ; più tardi, attenuati i ricordi delle giovanili esperienze, si fece più svelto e leggero, ma non si avvicinò mai all’ attica finezza della lingua e dello stile del fratello, non potendo possedere del buon Gaspare la misura, la eleganza e la saviezza. Carlo Gozzi, come molti dalmati, fu un incompreso e lo è forse anche oggi, ma, come per molti dalmati, la colpa di tale incomprensione va attribuita agli altri solo per metà : lui, dal canto suo (vedi « Memorie Inutili » parte IH, cap. I) « ha fatto più che abbastanza per rendersi quasi incomprensibile e per cacciare sè stesso, i contemporanei, i posteri in un viluppo di stravaganze e contrattempi curiosissimo ». Quando qualche commediografo (e ciò accadde esclusivamente nel sette o nell’ ottocento) volle includere fra i personaggi di alcune fra le sue opere uno o più dalmati, ecco che anche da un esame sommario di queste opere balza subito agli occhi come siano messe nella miglior luce alcune fra le qualità istintive della razza, 1’ ardimento, la magnanimità del carattere, la fierezza. L' opera più nota fra queste è la tragicommedia - artisticamente fallita - di Goldoni « La Dalmatina », in cui l'eroina Zandira, piena di coraggio, di fierezza, di lealtà, è il prototipo di quello che, a Venezia, doveva essere allora ritenuta la donna dalmata, e tutta 1’ opera rieccheggia della « naturale vigoria di quella razza nobile e selvaggia, leale e avida di libertà ». È sintomatico il fatto che a Goldoni, dopo di aver letto un dramma della Du Boccage sulle Amazzoni, sia caduta l’ispirazione proprio sulle donne dalmate. Noti, non certo per valore estetico, i versi ove Zandira esalta la propria terra : « In Illirica terra nacqui, non lo nascondo, « ho nella vita un sangue noto e famoso al mondo e gli altri « Fede costanza amore, solo a te il cor destina « Sai che non sa mentire chi è nata dalmatina. E Luigi Carrer ricorderà più tardi, pure in versi, la « Dalmatina », cosi : « La materna lasciata alpestre riva « la dalmata fanciulla ardita move « e le contese dei rivali avviva; interessante come il Goldoni volle rilevare, nella tragicommedia, il con-