27 Per quanto tale capitolo (L. VI, c. 47) riferendosi a schiavi liberati da cittadini di Ragusa, contenga obblighi di carattere prettamente locale e sia piuttosto lungo e particolareggiato, riteniamo utile riportarlo, in quanto fa conoscere, dal punto di vista generale, le condizioni alle quali, con opportuni adattamenti, doveva praticarsi in origine la manomissione in tutte le città dalmate. Eccone il testo : Servus liberticius, domino qui eum liberavit, uxori eius, heredibus ipsius, fitiis et filiabus ipsius, primis nepotibus et neptibus, infrascripta servicia facere teneatur: videlicet, tempore vendemiarum vogare barcham de Gravosio in Ragusio sine precio si propter tempestatem tem-poris barca steterit ibi. Et si homines Ragusii iverint cum armis in Vergatum vel ad aliud locum ad onorem et utili-tatem civitatis per terram, liberticius ipse teneatur portare arma post unumquemque predictorum. Et si aliquis de predictis iverit ad aliquod placitum in aliquem locum Dalmacie, liberticius ipse teneatur ire cum eo et vogare barcham et facere sibi omnia servicia sine precio, dummodo ille det sibi comedere et bibere donee erit in dictis serviciis. Si aliquis eciam de predictis captus fuerit vel detentus in carcere in aliqua parte, et filius ipsius ejus qui captus est, vel dominus liberticij, voluerit ipsum mittere ad videndum et sciendum locum ubi ille captus est aut detemptus vel quid de eo factum sit, teneatur liberticius ipse ire ad expensas illius domini sui, ad locum ubicunque sit captus, possit tamen alium loco sui mittere ad expensas suas si diceret se ire non posse. Si vero alterum istorum facere noluerit, possit patronus vel patrona aut heredes ejus ipsum reducere in servitutem. Si eciam liberticius iaboraverit aut voluerit laborare in vineam aut terram alterius, ad precium, in partibus Ragusii, et aliquis de supradictis ipsum ad suum servicium habere voluerit pro illo precio quod ab alio receperit, teneatur ipse liberticius dimittere omne laborerium alterius et ire ad eum, et si jam receperat precium illud restituere sine dampno. Et si aliquis de predictis faceret nupcias et propter hoc voluerit mittere frumentum ad molen- Lo schiavo liberato sia obbligato a prestare i seguenti servizi al padrone che lo ha liberato, alla di lui moglie, ai suoi eredi, figli e figlie, primi nipoti maschi e femmine: remare gratuitamente da Gravosa a Ragusa all’ epoca della vendemmia, se la barca fosse rimasta colà a causa del mal tempo. Se gli uomini di Ragusa ad onore ed utilità della città, fossero andati armati per terra a Vergada od in un altro luogo, il liberto sia obbligato di portare le armi a uno qualunque dei predetti. E se uno di quelli si fosse recato per qualche processo in qualche luogo della Dalmazia, il liberto sia obbligato di accompagnarlo, e vogare in barca, e rendergli tutti i servigi gratuitamente, salvo il diritto al mangiare e bere, fino a tanto che sarà al suo seguito. Se poi uno del predetti fosse stato in qualunque parte catturato, e trattenuto in carcere, ed il figlio dello stesso catturato, od il padrone del liberto volesse mandarlo a vedere ed a conoscere il luogo dove si trovasse catturato o trattenuto o, in genere, cosa fosse avvenuto di lui, il liberto sia obbligato ad andare a quel qualunque luogo a spese del suo padrone; abbia però la possibilità di mandare un altro a proprie spese, se dicesse di non poter andare lui stesso. Se per caso non volesse fare una di queste cose, il padrone, o la padrona od i loro eredi, possa ricondurlo in schiavitù. Se poi il liberto lavorasse, o volesse lavorare, contro compenso la vigna o la terra di un altro nel distretto di Ragusa e qualcuno dei sopradetti volesse averlo al suo servizio per lo stesso compenso che ricevesse da un altro, il liberto sia obbligato ad abbandonare ogni lavoro presso gli altri, per occuparsi presso di lui, e se già avesse ricevuto il compenso, lo possa restituire senza avere