36 sore a Pisa e consigliere del granduca a Firenze, poi vescovo a Civitanova d’Istria ed a Lesina in Dalmazia ; poligrafo reputatissimo, che scrisse di svariati argomenti, mostrando nei campi più disparati singolare competenza, e libertà di critica e di pensiero. Quanto più si procede avanti nel secolo XVIII, tanto più si fanno numerosi i poligrafi, gli economisti e i filantropi pratici, secondo la moda del tempo. Dappertutto lo spirito critico e umanitario, diffuso dall* enciclopedismo dominante, penetra ; nel presentimento dei rivolgimenti imminenti, i nuovi bisogni materiali e morali del popolo vengono affermati e studiati con piena fiducia in un progressivo benessere. E questo senso si esplica anche in Dalmazia in una letteratura varia, nella quale eccellono i fratelli Girolamo e Giulio Baiamonti e Rados Michieli Vitturi da Spalato, che hanno scritto molto di economia, di agraria, di storia; e così pure Pietro Nutrizio da Traù. Numerosi furono gli autori che trattarono di questioni agricole e industriali, colla intenzione di promuovere il progresso della precaria vita economica del loro paese. A tale scopo si istituì pure a Spalato una Accademia Economica. Col XIX secolo la serietà degli studi si riafferma in Dalmazia, come altrove. Sin dall’ inizio la nobile figura di patriota e di scienziato di Roberto Visiani (1800-1878) s’impose, dalla cattedra di Padova, nel campo della biologia, per cui con la sua opera « Flora Dalmatica » si piazzò fra i primi botanici d’ Italia. Biologo pure, insegnò anatomia alla stessa Università, dove successe a de Leva nel rettorato, Antonio de Vlahovich da Lissa ( 1823-1899). A Padova ancora, insegnò per qualche anno Giorgio Politeo da Spalato (1827-1913). Filosofo d’intuizione genialissima e di originale speculazione. Nei suoi pochi, ma succosissimi scritti, egli ha elaborato una dottrina dell’ Inconscio e dell’ essenza dell’anima, che prelude alle conquiste della psicologia contemporanea e alle contemporanee correnti antintellettualistiche delle filosofie della intuizione e del prammatismo. Con visione meno originale e meno ardita, ma con profondità di pensiero e di critica, Antonio Petrich di Lissa, si riallaccia alle correnti della neoscolastica ; e, da un esame acutissimo dell’ opera del Gioberti, soprattutto della sua estetica, sale ad una sua propria concezione del bello, dentro al quadro di un’ ampia e salda visione filosofica. Filosofo interessante veramente, per originalità di pensiero e di raccosta-menti ideali, è il traurino Albino Nagy (1866-1901), che, rifacendosi alla bella tradizione del Boscovich, accoppiò il genio matematico a quello speculativo, e nei suoi scritti, applicò, per primo in Italia, i principii della logistica, rivelando nello stesso tempo una erudizione eccezionale nei suoi studi sulla storia della filosofia araba e greca. Alla storia della filosofia dalmata, invece, ha dedicato le sue fatiche Ildebrando Tacconi, il quale, nei suoi saggi, ci ha dato, per la prima volta, un esame approfondito del pensiero filosofico del Boscovich, dello Stay, del Politeo e di altri filosofi nostri. Uno scienziato di chiaro valore si va rivelando Silvio Ballarin, libero docente all’ Istituto di Geodesia dell' Università