69 combette, perchè da più parti accorsero al suo capezzale medici e medichesse, che le prodigarono parecchie iniezioni di canfora. Ma la malata, che parve riprendersi, non guari mai più. Gli altri sei anni, concessile dalla parca, trascorsero fra continue convulsioni, ricadute. Le tendenze centrifughe presero il sopravvento su quelle centripete. 1 microbi patogeni del sangue si moltiplicarono. Il disordine dell’amministrazione, la corruzione sociale, il disagio economico e finanziario crebbero spaventosamente. Ma, malgrado questi sintomi, il governo di Belgrado, proprio come i giovani inesperti, cercava di illudere sè stesso, assumendo arie di robustezza e di spavalderia da Don Chisciotte. L’ elefantiasi, accompagnata dalle solite manifestazioni di voracità, di irrequietezza, di presunzione, degenerò in tubercolosi agli intestini e al cervello nel giorno in cui le vicende e le esigenze della nuova guerra posero la Jugoslavia nell’alternativa di scegliere fra la protezione dell'Asse Roma-Berlino o quella della demagogia anglo-americana. Un’ iniezione troppo forte di oro colato inglese fece scoppiare una meningite nelle teste dei militari serbi, con conseguenze letali immediate. Quell’ esercito, che presumeva e si vantava di essere uno dei più eroici del mondo, si squagliò in pochi giorni, come la neve al sole, senza lasciare al popolo serbo nemmeno il ricordo, tragico e nostalgico, di una seconda Kosovo. La Jugoslavia visse 22 anni, 4 mesi, 17 giorni. Sparì senza funerali e senza rimpianto. Dalle sue ceneri, disperse dai venti, sorse la Croazia, libera e indi-pendente del D.r Pavelic. Non rinascerà mai più nella compagine effimera che un attimo della storia ha proiettato sullo schermo dei nostri giorni. Oscar Randi