35 « non pure la prescienza confusa, ma la esatta visione di molte invenzioni moderne ». In altro campo, non meno famoso fu, nel secolo XVII, Giorgio Baglivi (1666-1705) raguseo, amico e discepolo del Malpighi, il quale, in poderosi trattati, in cui si riassumeva il suo insegnamento nelle Università di Napoli, Padova e Roma, impose nuovi indirizzi alla medicina, distogliendola dall’esame esclusivo e dalla dottrina dei fluidi. Egli entra nella corrente di quella indagine nuova della natura, cui dettero impulso, alla fine del secolo, il Galilei, il Redi, il Torricelli, contribuendo da parte sua notevolmente allo sviluppo della scienza medica italiana. Ma anche più vasta orma segnò nella scienza italiana, il raguseo Ruggero Boscovich (1711-1787). Ingegno multiforme e geniale, poeta, astronomo e filosofo, egli è senza dubbio una delle più grandi figure dell’ Italia scientifica del secolo XVIII. Insegnò alle Università di Roma, di Pavia, di Milano, fondò e organizzò I‘ osservatorio astronomico di Brera ; scrisse e polemizzò, con inesauribile vena, mettendo nelle sue ricerche un eccezionale fervore, che si rispecchia nello stile vigoroso dei suoi scritti innumerevoli, fra trattati, dissertazioni, relazioni e polemiche, i quali, nei cinquanta anni della sua intensa attività, sintetizzano lo stato della scienza italiana. Fra le sue opere, apparse in edizione completa nel 1785, va considerata come particolarmente originale la Theoria philosophìae naturalis ecc., nella quale egli espose una sua ingegnosa dottrina atomica, che preannunzia la teoria elettronica contemporanea. E infatti, i maggiori esponenti di questa, il Thompson e lord Kelvin, ne additano nel Boscovich il geniale precursore ; tanto che recentemente si è sentito il bisogno in Inghilterra di pubblicare una traduzione del suo trattato. Un altro grande matematico ha dato la Dalmazia all' Italia, con Antonio Maria Lorgna (1755-1796), il quale, sebbene non nato in Dalmazia, nè da genitori dalmati, portato però piccolissimo a Knin, ed educato e cresciuto a Zara, fu davvero e si sentì dalmata sempre, anche quando la sua reputazione crebbe altissima e Venezia Io coprì di onori. Egli servì in qualità di direttore del collegio militare a Verona, e le sue opere di matematica, fisica e ingegneria gli valsero larga rinomanza in Italia, dove egli fondò, a Verona, La Società dei Quaranta, che fu la società degli scienziati italiani, e con savia norma la organizzò. Matematico ancora fu Simeone Stratico da Zara (1733-1824). Ingegno vivacissimo, colla sua erudizione eccezionale, egli si impose al suo secolo, insegnando arte nautica e fisica alle Università di Padova e di Pavia, dove ebbe l’onore di sostituire il Volta nella cattedra. Egli ha lasciato decine di opere di idraulica, di fisica, di architettura civile e di costruzione navale. Fra, queste, particolarmente celebri sono il suo commento a Vitruvio, e il suo Vocabolario di Marina italiano, francese e inglese, che è stato il primo del genere, ed è apprezzato anche oggi in Italia. Della stessa famiglia fu Gregorio Stratico noto come valente storico, e quel Giandomenico (1732*1799), che fu profes-