17 a dirizzare gli animi, nel nome d’Italia, verso le vette dell’ etica, dove il suo spirito spazia gigante. Di quest’opera sua ci interessa soprattutto rilevare il contributo possente ch’essa diede alla nostra lingua col « Dizionario della lingua ita-« liana che è il monumento, la miniera della sua ricchezza e della sua espressività inimitabile, e rappresenta certamente un grande titolo di gloria per la patria del Tommaseo; specialmente se si aggiunge ad esso il suo Dizionario dei sinonimi, dove assieme al senso delicato delle più fine sfumature dei vocaboli, trova modo ancora di palesarsi la comprensione ricca e armonica del suo alto spirito. D’indole ben diversa dal Tommaseo, fu un altro insigne dalmata e amico suo, Pier Luigi Paravia (1797-1857), il quale, lungi dalle contraddizioni che * affligevano l’anima eroica del Tommaseo, proclive alla vita placida dell’ erudito, si dedicò all’insegnamento, e dal-1’ Università di Torino, dove visse quasi sempre, scrisse moltissimo su svariati argomenti di critica e di storia letteraria, o meritandosi la stima universale, per o l'equilibrio del suo spirito, l’equanimità q delle concezioni, per lo più ligie all’autorità e alle tradizioni, che danno un carattere particolare ai suoi scritti, ancora sempre pregevoli. In alcuni di essi egli si riferisce alla sua Dalmazia, con la nostalgia viva che gli suggerì più tardi di legare f>IER Luigi Paravia alla sua città natale la sua ricchissima biblioteca. Anche egli contribuì, come il Tommaseo, allo studio della nostra lingua, coi suoi scritti e coll’insegnamento, sino a meritarsi il nome di « maestro di eloquenza veramente italiana ». A tale titolo merita particolare menzione lo spalatino Adolfo Mussafia (1834-1903), che fu glottologo di fama europea e, dalla sua cattedra di filologia romanza al-1’ Università di Vienna, diede grande impulso agli studi di grammatica storica della lingua italiana. La sua eccellente grammatica della nostra lingua, tradotta in tedesco, boemo e croato, contribuì moltissimo alla diffusione di essa fra i popoli dell’ Europa centrale. Questi due scrittori nostri ebbero pure comune il culto di Dante, al quale il Tommaseo dedicò largo studio e quel mirabile commento alla Commedia, eh’ è uno dei più sapienti che abbia oggi 1’ Italia ; mentre il Paravia pubblicò scritti e commenti sulla mitologia dantesca e sulle liriche. Fra i dantologi dalmati non vanno dimenticati : Antonio Lubin da Traù (1829-1900), il quale oltre a numerosi studi sul divino poema, ricchissimi di erudizione e di acuti rilievi, ne ha pubblicato un profondo commento ed una versione in prosa a scopo divulgativo, corredandola di interessanti note illustrative; nè Giulio Solitro di Spalato, ardentissimo patriota e giornalista nei moti