42 Le autolettighe della Croce Rossa e della Croce Verde facevano continuamente la spola per il trasporto degli infermi più gravi, mentre a bordo delle navi venivano imbarcati dei medici, per il caso fosse occorsa l’opera loro. Di buon mattino, appena sorta 1’ alba, livida e fredda, partivano le navi con il doloroso carico, accompagnate con trepidazione dai rimasti; in tutti noi, per tutta la giornata, infinita era la preoccupazione per i partenti, e la traversata sul mare insidiato e burrascoso ci rendeva impazienti di conoscere l’arrivo all’ altra sponda. Ed ogni volta erano respiri di sollievo, mentre da tutti cuori più fervide si innalzavano le preci per l’incolumità di coloro che lasciavano quanto avevano di più caro. Oltre agli uomini validi ed al personale di tutti gli uffici, molti erano ancora rimasti a Zara, circa la metà della popolazione — intorno alle 9500 persone — parte per non avere voluto separarsi gli uni dagli altri, qualunque cosa fosse accaduta, parte per non aver fatto in tempo a partire, nella supposizione che le partenze avrebbero continuato ancora per qualche giorno. Invece il 5 aprile ebbe termine lo sfollamento ; con la partenza anticipata la sera stessa delle ultime navi, nessuna faceva più ritorno. Lo stato di guerra doveva subentrare fra alcune ore e la traversata di mare non era quindi più possibile. Dalla sera del 5 aprile, Zara non ebbe più contatto alcuno col mondo, salvo le notizie portate attraverso lo spazio per il genio di Guglielmo Marconi. Alle ore della trasmissione del bollettino del Quartier Generale delle FF. AA., alcuni dei pubblici ritrovi, rimasti aperti, si affollavano di cittadini, avidi di ascoltare 10 svolgersi degli avvenimenti, già iniziati con le operazioni terrestri da parte delle alleate truppe germaniche e con quelle aeree dei nostri intrepidi aviatori. Si aveva notizia, già da tempo, che l’Armata del Po era pronta lungo il fronte giulio ad iniziare l’avanzata, non appena ne avesse avuto l’ordine. LA FIAMMA BELLA I tre bandi emessi dal Comandante del Presidio, la mattina del 6 aprile, ci svegliavano, pur senza sorprenderci, in pieno stato di guerra. Col primo bando, 11 Generale Giglioli avvertiva la popolazione di avere assunti i poteri civili e militari ; col secondo faceva appello allo spirito di disciplina di tutti, assicurando che Zara ed il suo territorio sarebbero stati difesi ad oltranza ; col terzo dettava le norme derivanti dallo stato di guerra. Ecco il testo dei bandi: COMANDO DELLE TRUPPE DEL PRESIDIO DI ZARA BANDO N. 1 Per delega del DUCE, Primo Maresciallo dell' Impero, Comandante delle truppe operanti su tutte le fronti, assumo da oggi i pieni poteri civili e militari. Pertanto, per le facoltà concessemi dall’art. 15 del R. D. n. 1415 del-