65 liano, dileggiato e vilipeso, era invece quello che di più angelico si potesse imaginare su questa terra. Bisogna sapere cioè che la politica religiosa di Belgrado ortodossa aveva fatto, in venti anni, rapidi progressi nel suo intento di affievolire il sentimento cattolico delle popolazioni dalmate. E quando la gente vide i soldati italiani entrare numerosi nelle chiese, col fucile a bandoliera, inginocchiarsi davanti agli altari, pregare con divozione, accedere ai SS. Sacramenti, comprese che quegli armati non potevano essere figli del diavolo. Anzi, usciti di chiesa e incontrando un povero o uno sciancato (in quei giorni un nugolo di infelici in condizioni da destar più che compassione, ribrezzo, era calato dalle campagne in città), quei nostri fantaccini facevano sgranare tanto d'occhi quando lasciavano cadere delle elemosine, non già di centesimi, ma di lire. Ci furono degli sciancati che fecero in quei giorni degli « incassi », mai sognati, e che alla fine della giornata non seppero come intascare il gruzzolo, piovuto... dai soldati d’Italia. Le sedi delle mense delle nostre truppe furono presto circondate da questuanti di tutto il rione. Un rimpianto, che stenterà a cancellarsi, è quello lasciato dal battaglione S. Marco. Alla sua partenza fu salutato dalle madri delle vie più lontane, che colle lagrime agli occhi Io colmarono di benedizioni. All’ isola della Brazza successe questo episodio caratteristico : Un soldato, che forse desiderava avere da un giardino un fiore per inviarlo alla fidanzata, entrò nella casa e chiese alla padrona il permesso di coglierlo. — Qual’ altro soldato al mondo — andava ripetendo la padrona — avrebbe usato tanta gentilezza? Grazie alla simpatia, suscitata ovunque dai nostri fanti — e in altra forma e proporzione dai nostri ufficiali e funzionari — il Commissariato Civile è stato accolto con favore generale e nei due mesi del suo funzionamento non ebbe a registrare o deplorare alcun incidente, alcuna scossa. E’ vero che questi due mesi segnano un periodo di informazione e di preparazione. Ma bisogna pure riconoscere che di fronte ad un territorio così vasto, senza gli uomini ed i mezzi necessari, è stata la totalità dei Dalmati quella che ha centuplicato i suoi sforzi per spianare la via e facilitare il compito dei nuovi reggitori. Ed a merito di ciò, il primo governatore della Dalmazia italiana, Eccellenza Giuseppe Bastianini, ebbe nelle mani per la sua opera, ben più ardua, di ricostruzione, un organismo rudimentale, ma che già camminava. Per esaurire la cronaca ricorderemo infine che il Governo della Dalmazia è stato istituito con un decreto del 20 maggio, e che il Governatore Bastianini arrivò a Zara il 7 giugno accolto trionfalmente dalla popolazione, che in lui vedeva l’inviato del Duce, scelto, per le sue alte qualità morali e politiche, a eseguire la delicata sutura, che salderà finalmente la Dalmazia all’ Italia. 0. Nardi