CLontùbiiti ¿alla <^alma&ia alla cnltnla d alla ulta italiana. La Dalmazia e l’Italia. La Dalmazia, distesa ad Oriente, come un’ ala d’Italia, che abbia l’Istria per fòrte giuntura, nella cerchia delle Bebbie e degli Appennini, appare geograficamente così intimamente saldata all’ Italia, che il mare, che ambe le bagna, è come un lago chiuso, che le unisce vieppiù e le sostenta, trasportando ricchezze e ideali, in uno scambio ininterrotto, nei secoli, così da saturarle, fra monte e mare, di uno stesso spirito, che s’ imprime nelle cose e negli animi, con i segni di una fisionomia inconfondibile. Perciò ogni manifestazione di vita, ogni palpito di spirito, in Dalmazia, mai ebbe altra impronta, e tutta la sua cultura, nel pensiero, nelle lettere, nelle arti, suscitata dagli stessi motivi di quella italiana, si plasma su questa in una sintonia armonica di forme e di aspirazioni, che si fondono spesso in un unica gloria ideale. Sono gli stessi statuti che regolano, nei tempi oscuri, la vita delle due sponde, che si scambiano i podestà e i reggimenti; sono libri, codici e documenti, che parlano una stessa lingua e affermano e difendono gli stessi valori, sono scuole, che con gli stessi metodi inculcano comuni principi; sicché tanti insigni discenti dalmati s* impongono quali docenti famosi nelle scuole d'Italia, ad attestare la profonda comunanza di anima delle due sponde, cui l’Adriatico servì da tramite e il bel cielo da sfondo, per una trama complessa infinita di correnti ideali. E questo spirito comune si è forgiato nei secoli per un lento complicato processo di sedimentazione e di conversione di forze, mosse dalla configurazione stessa delle coste, dei monti, del mare, per cui la Dalmazia sentì l’influenza d’Italia sin da quando la potenza di Siracusa vi piantò le colonie d’ Issa e Tragurio. E toccò a lei, quasi per un dono dei fati, di godere più a lungo di qualunque altra parte dell’ Impero crollante sotto 1’ urto dei barbari, della luce di Roma al declino ; giacché, mentre 1’ Impero Romano d’ Occidente finiva in Italia nel 476, esso chiuse il suo ciclo e gettò il suo ultimo guizzo appena nel 481, in questa nostra Dalmazia, che aveva dato all’ Impero, con Diocleziano, il restauratore, ultimo possente puntello alla sua imminente rovina, e all’ Occidente romano 1’ ultimo monumento veramente imperiale col dioclezianeo palazzo di Salona.