— 48 — ambizione di potere non rifuggivano dal richiamare l’intervento del secolare nemico della nazione. La Porta afferrò di buon grado l’occasione che le si offriva d’intromettersi nuovamente negli affari interni della Serbia ed inviò un Commissario per appoggiare le pretese di Youtchitch e Petronievitch : ma l’attitudine del Principe e della nazione serba si dimostrò talmente ferma ed energica che il Commissario turco nulla potè ottenere e fu costretto a ritornare a Costantinopoli, ove lo seguirono in esiglio Youtchitch e Petronievitch con altri capi del loro partito. Il giovane Principe, libero da ogni incomoda tutela, assistito dai consigli della madre e coadiuvato dal valente primo ministro Raditchevitch, cominciò a governare con senno e fermezza: in poco tempo la Serbia potè sentire i benefici effetti del suo saggio governo ed avrebbe certamente proseguito a migliorare le sue sorti se non fossero sopraggiunte nuove turbolenze ad arrestarne H progresso. La debolezza del Principe, la sua bontà e generosità d’animo furono però la causa principale di questi nuovi torbidi derivati dal ridestarsi delle passioni politiche, a cui il suo governo si dimostrò impotente a porre un freno. Youtchitch e Petronievitch ed i loro seguaci esigliati nell’anno 1840 avevano sempre fatto istanza, ed inoltrate vive preghiere al Principe affinchè fosse posto termine al loro esiglio e loro permettesse di rientrare in patria, promettendogli ed assicurandolo che non avrebbero mai creati imbarazzi al suo governo.