— 32 — tentarono maggiori imprese e riportarono a Palèz, sulla sinistra del rio Koloubara, una brillante vittoria che loro aprì la frontiera austriaca della Sava, vantaggio di grande entità, per essi perchè poterono più facilmente ricevere soccorsi d’armi e munizioni. I profughi del 1813 rientrarono in gran parte e vennero ad unirsi agli insorti: solo Karageorges rimase inattivo sul suolo russo, ove erasi rifugiato, benché invitato da Milosch a venire a porsi a capo dell’insurrezione riprendendo il posto e l’autorità, di cui era stato rivestito in passato. Dopo la vittoria di Palèz, Milosch accorre a Va-lievo sulla alta Koloubara, e quivi mette in fuga un grosso corpo di truppe nemiche: si porta quindi rapidamente sulla Morava per misurarsi col luogotenente del Pascià, che si era trincerato a Tchatchak. Ma in questo momento così decisivo egli è costretto a sospendere le operazioni di guerra in causa delle discordie che cominciano a manifestarsi fra i capi inferiori : alcuni di questi, gelosi della popolarità e della autorità suprema esercitata da Milosch, rifiutarono di obbedirgli e gli proposero di dividere il governo e la condotta della guerra con essi. Tale proposta, se attuata, avrebbe segnata la rovina della Serbia: perciò Milosch la respinse assolutamente dichiarandosi pronto a riconoscere ed obbedire quell’altro capo che la nazione avrebbe scelto. Tanto patriotismo, tanta abnegazione, una condotta così generosa verso i suoi avversari disarmarono gli animi irrequieti e tutti si