— 66 — la Serbia indipendente ma amica e non vassalla infida, perchè dal nuovo ordine di cose creato dagli ultimi avvenimenti europei, i quali avevano assicurata l’unità d’Italia e gettate solide basi di un nuovo Impero germanico, e dal nuovo indirizzo dato dall’Austria alla sua politica nella penisola balcanica, avrebbero potuto sorgere circostanze per lei imprevedute e forse punto favorevoli. Il Sultano decise perciò di accordare volontariamente alla Serbia ciò che in un giorno non lontano sarebbe stato costretto a cedere: egli fece conoscere al principe Michele che rinunciava al diritto di tener occupate le piazze forti della Serbia e che il suo governo avrebbe provveduto affinchè esse fossero al più presto sgombrate. In tal modo per la prudente e saggia politica del Principe, aiutato per verità da un complesso di circostanze politiche per lui favorevoli, la Serbia raggiunse sul principio del 1867 la sua completa indi-pendenza: cessata una tal preoccupazione, che era stata causa di continue agitazioni nella popolazione, il principe Michele potè rivolgere tutte le sue cure alle questioni di ordinamento interno per dotare la Serbia di salde istituzioni e tali da permettere e favorire lo sviluppo intellettuale, morale e materiale del paese. Il compito era laborioso e difficile, ma egli vi attese colla coscienza e tenacità dell’uomo, che si era prefisso per unica meta il benessere della patria sua: nulla tralasciò d’intentato: a tutti i rami di pubblica amministrazione apportò eguali cure, e nelle sue ri-