— 37 — meggiare e negli ultimi giorni della sua carriera perdè se stesso con una fuga inesplicabile e cadde per sempre come soldato e come uomo di Stato. Caduto Karageorges sorse Milosch Obrènovitch, che già tanto si era distinto durante la guerra, e che fu il solo fra i capi influenti a non abbandonare la nazione nel momento del maggior pericolo: con pochi seguaci continuò a combattere contro un nemico già vittorioso e padrone di tutto il paese, finché potè concludere una capitolazione vantaggiosa ed ottenere condizioni di pace tollerabili per tutta la Serbia, ponendo se stesso volontariamente a discrezione del vincitore per adoperarsi sempre a mitigarne le soverchie esigenze. Era dunque naturale che la nazione 10 riconoscesse per suo capo e che in lui si affidasse completamente, certa che al momento opportuno la voce di Milosch l’avrebbe chiamata alla riscossa. E così avvenne: quando il mal governo, le vessazioni e le crudeltà di Soliman-pascià ebbero colma la misura, Milosch trovò modo di lasciare abilmente Belgrado e correre sulle montagne del Rudnick a rialzare 11 vessillo della Serbia e chiamare la nazione ad una nuova insurrezione. Alla sua voce rispose la Serbia intera e sotto la sua guida combattè eroicamente e vinse il secolare nemico: più fortunato e più avveduto di Karageorges seppe abilmente approfittare delle mutate condizioni d’Europa per ottenere alla sua patria condizioni di pace tali da assicurarle nazionalità, libertà e certezza di un futuro benessere.