— 84 — il quale avrebbe forse accettata e subita l’influenza austriaca solo quando ragioni politiche o gravi interessi nazionali l’avessero resa necessaria. Ma le circostanze di quel momento non richiedevano il sacrifizio di queste convinzioni: conseguita l’indipendenza, la politica del nuovo regno avrebbe potuto svolgersi liberamente secondo le aspirazioni slave pur rispettando i trattati e le convenienze di buon vicinato: e se una influenza estera era giudicata necessaria per avere in ogni caso un saldo appoggio, non eravi ragione di volerlo sottrarre a quella della Russia, accettata da tutti per affinità di razza, di religione e per riconoscenza, per imporre quella dell’Austria, che fino allora non era mai stata amica sincera della Serbia. Per tutti questi motivi la nuova politica del Re non trovò sufficiente appoggio nelle popolazioni ed il Parlamento stesso si dichiarò contrario ad essa : una forte agitazione si estese in breve per tutto il regno: ebbero luogo riunioni e comizi pubblici, in cui la politica del Re era apertamente condannata: le passioni politiche e partigiane si ravvivarono, assorbirono la attività di tutte le menti ed arrestarono il progresso civile della Serbia. Un tale stato di cose durò fino all’ottobre del 1883, in cui il Re, stanco ed adirato per tanta opposizione, fece un colpo di Stato per imporre le sue vedute politiche: il paese quasi in massa si ribellò e scoppiò una guerra civile: lotte accanite ebbero luogo, ma l’esercito fedele al Re riuscì a domare l’insurrezione,