— 94 — tenze. Era perciò necessario chela Reggenza procedesse con cautela ed avvedutezza per tentare di conciliare fra loro i diversi partiti e costituire un governo solido, che non avesse paura di nessuna libertà e non sentisse il bisogno di alcuna transazione, di alcuna indulgenza. Ed i reggenti si dedicarono con energia e forza d’animo a tale intento ed essi sarebbero certamente riusciti a riparare ai danni ed ai disordini causati dalla condotta politica dell’ex-re Milano ed a ridonare alla Serbia la tranquillità necessaria per sviluppare le sue risorse, se a turbare la loro opera riparatrice non intervenivano gli esuli Reali coniugi, che non cessavano di suscitare torbidi nel paese colle loro querimonie e coi loro dissidi, e tentando di rientrare in Serbia allo scopo di risollevare le sorti dei loro rispettivi partiti. La reggenza dimostrò in tali circostanze energia ed avvedutezza e riuscì a tener lontani tanto l’ex-re quanto l’ex regina, e per ricordare alla nazione quali sventure possano apportare le intestine discordie, la invitò a commemorare il quinto centenario della battaglia di Kossovo. Fu saggio ed avveduto consiglio: al tristo e ad un tempo patriottico invito i partiti tacquero, la nazione si raccolse attorno al suo Capo e nel giorno 15 giugno 1889 le popolazioni riunite in comizi ascoltarono reverenti e commosse la parola del clero e degli uomini più eminenti, che loro ricordavano il maggior disastro che avesse subito la Serbia e descrivevano a vivi colori quella sconfitta memorabile e disastrosa, per cui