-111- Lorenzo Venier (fig. 23) cominciò a riordinare l'Armata con esercitazioni cercando di infondere in tutti uno spirito nuovo, e distaccò vari reparti per essere informato delle mosse del nemico. Natale Donà fu inviato in Puglia, dove prese terra a Bari ed ebbe conferma che le galere nemiche avevano la­sciato l'Adriatico e che erano rimaste a Brindisi le sole navi a vela con gli equipaggi molto ridotti per le malattie e sotto il comando del Ribera. Il Venier allora pensò di andar con tutta la flotta ad Otranto nella speranza di poter combattere isolatamente o le galere o le navi a vela nemiche nel caso fos­sero passate nel Canale. Avuta notizia che ciò non sarebbe per allora avvenuto, il 23 agosto diede fondo a Solta ed il 25 a Curzola, da dove riattraversò l'Adriatico presentandosi il 28 davanti a Bari. 11 29 giunse a Brindisi ed alla sera stessa ad Otranto, da dove mosse per le Merlere e Corfù. Il Venier quindi proseguì per Valona ed il 13 settembre diede fondo nell'ampio e sicuro porto di Santa Croce presso Ragusa, dove si fermò per continuare intensamente l'allenamento degli equi­paggi e dei comandanti ed attendere il nemico del quale aveva avuto notizia essere prossima l'uscita da Brindisi. La mattina del 19 novembre l'Armata Ispano-Napoletana, costituita esclusivamente di 15 navi a vela benissimo armate ed equipaggiate, si presentava davanti a Ragusa al comando di Francesco Ribera (1). La avvistarono le due galere di guar­dia che, presa caccia, entrarono in porto per informarne il Ca­pitano Generale. Il Venier diede senz'altro le necessarie disposizioni per l'uscita al largo e verso mezzogiorno, con calma completa di vento, la flotta veneziana uscì in mare libero, le navi a vela a rimorchio delle galere. Levatosi un leggero vento di ponente la flotta manovrò in modo di avere il sopravvento sul nemico. I Veneziani avevano in linea 18 navi a vela, alcune delle quale con equipaggi olandesi, 28 galere, 5 galeazze e 7 barche alba­nesi. A notte inoltrata il Venier prese contatto col nemico colle (I) Il De Leyva colla armata sottile invece di partire da Napoli per Brindisi ai recò a Palermo non volendo il Duca di Lerna che la flotta entrasse in Adriatico perchè così si sarebbero violati gli accordi della pace che ai stavano concludendo tra la Repubblica e Ferdinando, che aveva ottenuto la corona di Boemia.