21 CAPO l La schiavitù nelle città dalmate § 1 -Le ragioni e l’ essenza del fenomeno schiavistico nelle città dalmate. Per quanto il fine che mi sono proposto sia quello di derivare, attraverso 1’ esame dei quaderni dei suoi notai, i più importanti aspetti di natura econo-mico-sociale della vita a Zara dal 1289 al 1409, la questione della schiavitù è però un argomento la cui trattazione non può essere circoscritta, nè a quella sola fonte, nè a quel solo periodo. Per essere in grado di valutare 1’ esatta portata del materiale a nostra disposizione, occorre essere anzitutto in chiaro sul-1’ origine, sullo sviluppo e sul significato della schiavitù nelle città dalmate e quindi bisogna che la questione sia esaminata in un quadro più ampio. I soli atti notarili dell’ epoca, in sè e per sè, non basterebbero a permetterci di formarci un concetto preciso sull' essenza della schiavitù a Zara durante il ’300 e ciò per due ragioni : per le lacune esistenti nella serie dei quaderni pervenutici, abbastanza sensibili specialmente nella prima metà del '300 ; per la constatazione che i casi di compravendita di schiavi sono molto numerosi nella seconda metà del secolo, quando però anche altrove fioriva quella specie di commercio (1). Questo secondo fatto, in particolar modo, potrebbe facilmente trarre in errore nel giudicare delle condizioni sociali che dovevano esistere in quei tempi a Zara e, in genere, nelle città dalmate. Per tale motivo non sarà affatto fuor di luogo premettere alla esposizione analitica di quanto risulta per Zara sulla base degli atti notarili in fatto di pratica della schiavitù, una breve trattazione dell’ argomento dal punto di vista generale della sua esistenza nelle città dalmate, nonché considerare come essa si rifletta negli Statuti cittadini. Il fenomeno sociale della schiavitù nel passato, che è stato studiato a fondo da storici e da economisti italiani in relazione ad altre parti d’Italia, sulla scorta dei documenti che le riguardano, non ha trovato, per quanto mi consta, un adeguata attenzione e comprensione in nesso alla sua esistenza nelle città (J) Ridolfo Livi - La schiavitù domestica nei tempi di mezzo e nei moderni. Ricerche di un antropologo. Padova, C. E. D. A. M. 1928-VI. È una pubblicazione postuma, curata dal figlio prof. Livio Livi. A pag. 35 l’A. dice : « Ma è certo che nel Veneto, come a Firenze ed a Genova, un nuovo maggiore incremento ebbe il commercio degli schiavi nella seconda metà del 1300 ». E poi nuovamente a pag. 55: «È dunque colla seconda metà del trecento che s’inizia in Firenze o in Lucca senza dubbio, e molto probabiimente anche nelle altre città, il vero commercio degli schiavi africani e orientali, il quale dura attivissimo fino allo scorcio del 1400 ».