4 Di queste poesie riporterò solamente qualche battuta, per far notare al lettore una vena umoristico-sarcastica della sua giovane musa, vena che poi si essicò nel campo arido della politica, ma lasciò una debole traccia di sè nel realismo e nel pessimismo, coi quali Roberto Qhiglianovich giudicò sempre le cose di questo mondo. Stornello II : « Le parlavo di vesperi e d’ aurore, « Di imagini dorate e di visioni, « Dei versi ardenti delle mie canzoni, « Della fiamma che brilla entro il mio core. « Ella parlava delle nostre nozze, « Di feste, di cavalli e di carrozze... « Poi, languida, la bianca man mi stese « E mi disse: — quant’hai di paga al mese?». Nel N. 12 del 15 settembre 1879 c’è un sonetto, senza titolo: « Alla fanciulla della mia fantasia ». Nel N. 14 del 15 ottobre 1879 ho trovato quattro strofe, intitolate « Metempsicosi ». Ecco 1’ ultima : « Ditemi, stelle piccole : « Bimbi da i biondi riccioli « Foste un di forse ?... e tu — luna feliee, « Fosti in vita una grassa levatrice ? » 11 N. 15 dell’ 1 novembre 1879 ha pubblicato una poesia, intitolata « Fisime », datata « Zara nel settembre 1879 » e dedicata « ad E. O. ». La strofa finale dice : « Amami, o donna, ed alla luce scialba « della nascente melanconica alba, come lieto 1’ augel « sen vola lesto per gli eterei strati, « voleremo noi pure estasiati verso ridenti ciel ! ». Nel 1879 Roberto Qhiglianovich era ancora a Zara. Tutta questa produzione va quindi considerata come opera liceale, zaratina. L’anno scolastico 1880-81 fu trascorso da lui a Vienna. E infatti, dopo un sonetto, intitolato « Idillio notturno » e dedicato a « Beppe Filippi »