56 prema lettera e le cartoline anonime, ricevute da Maria per circa due anni). Emma (rischiarata, ma in preda ad una crescente angoscia per la coincidenza terribile) - E’ l’ignoto che da due anni inviava dal fronte a Maria delle cartoline, che rivelavano tanta delicatezza... E’ orribile... (e si copre il volto colle mani di fronte al tragico fatto, inconsapevolmente). Andrea - Ma come?... E non mi avevi detto che non sapevi nulla di un affetto concepito da Maria? Emma (agitata) - Ed è vero... Tanto è vero che non mi è neppure passato per la mente di dirti di queste cartoline, che Maria neppur lontanamente sa da chi potessero provenire... cartoline anonime, innocenti, senza firma, senza indicazione nemmeno di un armata, cartoline alle quali Maria non dava quasi nessuna importanza e sulle quali Caterina, Giorgi, io stessa, scherzavamo con Maria, (tra se) : E’ orribile... (e si copre ancora il volto colle mani...). Andrea (passeggiando per la stanza inquieto, agitando la lettera chiusa tra le mani) - ... Questa lettera noi abbiamo non solo il diritto, ma il dovere di aprirla e di leggerla, non possiamo, non dobbiamo senz’ altro trasmettergliela, pur venendo meno al supremo desiderio di un moribondo... Emma (incerta, smarrita, ma risoluta ad affrontare tutto) - Ebbene aprila e leggila... Andrea (apre la lettera, si siede vicino ad Emma, e la legge : la legge con fermezza, ma con evidente commozione. Emma, durante la lettura, dà espressione a tutti i sentimenti che in lei si agitano). « Ospedaletto di campo 20/9/1017 Signorina ! L’anonimo, che ha ardito, da circa due anni, inviarvi, importunandovi forse, dei versi, sono io - Guido Ignoti - che sta morendo in un ospedale da campo. L’ aver dato la mia giovinezza alla Patria compensa parzialmente l’infinita tristezza della mia vita... poiché io muoio ignorando chi sia mia madre - e questo è stato ed è il mio più grande dolore, poiché ho dovuto soffocare e tener celata l’altra passione della mia vita : voi o Signorina. Ma se il destino ha voluto che io non arrivassi nemmeno a sapere il nome di mia madre, per pronunziarlo, con ardore di figlio nelle mie orazioni, conosco il vostro, che ho evocato mentalmente nelle tregue della battaglia e che, con un senso di lenimento, ripeto e ripeto dolcemente nelle mie lunghe e dolorose veglie di mutilato. Incontrandovi assai spesso, quasi ogni giorno, con 'a vostra gentile sorella o con vostra Madre - o voi felice ! - io non ho osato mai alzare il mio sguardo a voi. Voi quindi non mi conoscete, non vi siete mai accorta di me, non avete potuto indovinare il sentimento purissimo che mi ispiravate. Questa intima fiamma che, io, senza nome e senza famiglia, gettato come un rifiuto della strada, non avrei mai potuto palesarvi, era