19 e si fa il bilancio del dare e dell’avere, accade spesso di trovarsi intorno il deserto : e se qualcuno resiste al tempo e all’ oblio, con un volto di fedeltà, senza definizioni, si avverte d’improvviso il sorgere della creatura esemplare. L’amore è interesse : 1' amicizia è disinteresse. E quindi dono più alto : è dono religioso, patto di fede. Di questa religione Marussig fu un vero sacerdote. Parlo dell’amicizia che dà: l’altra non conta. Per essere amici bisogna essere molto ricchi : netti d’ anima. In questo senso Marussig era un miliardario. Sicché sarebbe potuto stare al fianco d’ un Creso, e trovarsi sempre in credito. Ecco perchè non aveva pensato mai a una fortuna economica: era uno di quegli uomini che possono consentirsi il lusso d’essere poveri. Sicché nel-1’ altro senso : nel senso dello spirito. Dacché gli derivava questa ricchezza ? Dalla sua solitudine. Era un uomo solo, avulso dalla sua terra d’ origine, dalla sua casa, dai suoi affetti familiari. Voi sentivate a stargli accanto, la sua solitudine. E gli uomini soli hanno due strade per il loro cammino : spesso s’ inaspriscono, ma spesso si fanno generosi come nessuno. Marussig apparteneva alla seconda categoria. Tutti noi, qui presenti, gli siamo debitori di consiglio, di affetto, di attenzione e di quella umana carità che gli derivava dal suo alto seggio d’ uomo libero. Pareva a volte che volesse adeguarsi ai nostri mancamenti. Era carità. Era obbedienza a quel vangelo che egli, in un’ ora di grazia, aveva proposto a se stesso, in un suo libro: Uomini di confine. «Essere semplice; essere sincero; non mentire agli altri; non predicare a se stesso i propri errori come eroismi rari ; non abbellire le proprie colpe con dottrine disumane nè disperare per una colpa commessa ; confessarsi con umiltà, senza paura di parere troppo misero ; credere più ai sentimenti e ai fatti che alle parole ; sapere che anche 1’ uomo onesto non è l’onestà ; non uccidere 1’ uomo pel desiderio di renderlo perfetto ; essere lieto del bene e triste del male fatto ; considerare il pensiero, non come un gioco, ma come luce della propria anima ; non distruggere la ragione col ragionamento ; accettare la legge di tutti ; amare 1' umanità vicino agli uomini e per gli uomini, non lontano da loro o contro di loro ; leggere negli occhi dei propri fratelli ; preferire una lacrima a una gloria : capire il filo d' erba più che un monumento; aiutare sempre tutti, secondo tutte le proprie forze ; stupire della grazia d’un fiore come di un miracolo ; amare senza egoismo ; chinarsi sui bambini ; cercare la compagnia degli umili ; godere del cielo sereno come di un gran dono ; servire la vita senza orgoglio ». Questo fu il credo di Giuseppe Marussig. E qui è segnata tutta la sua strada d uomo e di scrittore. L’ uomo e lo scrittore : uomo di confine, scrittore italiano. Ho la gioia di poter dire che si deve alla mia paterna comprensione se Uomini di confine, l’unico suo romanzo, e 1’ opera sua riassuntiva, vide la luce nella maggiore rivista letteraria italiana : la Nuova Antologia. Conoscevo appena il Marussig: l’avevo incontrato qualche volta in casa Fausto Maria Martini. Sapevo che Adolfo De Bosis lo prediligeva,£fra i