48 contro i fantasmi che si agitano nelle caverne dello spirito, e fuori di sè, contro i mille errori che fanno ressa alla porta dello spirito, essi non avevano neppure la libertà di scegliere la propria bandiera. Un’ opera dovevano tentar di compiere subito : quella, imposta loro da un destino crudele, di comporre in qualche modo dentro di sè, non la pace, ma una forza che permettesse loro almeno di muoversi. Opera non facile. Quando 1’ uomo è veramente individuo, un’ unità perfetta, un’ armonia dove le discordie stesse non sono che momenti di una concordia superiore, affermazioni e negazioni non sono tragiche appunto perchè hanno tutte una origine comune, perchè sono tutte fiamme di uno stesso fuoco. Ma quando 1’ unità è apparente, non profonda, non naturale; quando le parti sono composte quasi con artifizio; quando manca la semplicità, ogni errore può essere mortalmente pericoloso, ogni disordine può essere causa di rovina. Tristi frutti di cento incroci, frutti avvelenati di quella terra, vissuti sempre in quella zona dove stirpi nemiche avevan lasciato per secoli e secoli e tuttora lasciavan i propri detriti come il mare lascia i suoi su certe spiagge disperate, quegli uomini dovevano spendere la maggiore e miglior parte della propria forza solo per camminare. Non era naturale, poi, che a ogni impresa giungessero già stanchi ? A Giulio mancava, come era mancata a lui, prima che la rinunzia e la rassegnazione gli permettessero di ordinare e di amministrare saggiamente la propria vita, quell’ unità di cuore per la quale anche i sentimenti e i pensieri contrari sono parole diverse di una stessa passione, ore o stagioni diverse di una stessa vita. Uomini di confine, le loro stesse qualità eran nemiche. Questo male, acuito dalla coscienza del male, che aveva tormentato tanti anni lui, tormentava ora Giulio. Giuseppe guardò il nipote con uno sguardo pieno d’affetto, come per carezzarlo. Giulio camminava sempre in silenzio, immerso nei suoi pensieri. A un tratto, usciti da una viuzza, essi videro la Narenta. Giulio si riscosse, affrettò il passo, andò verso il muraglione, senza badare allo zio, come spinto da un desiderio e da una curiosità da ragazzo. Giunto al muraglione, vi poggiò i gomiti e, la faccia nelle palme, guardò 1’ acqua che scorreva verso il ponte. Giuseppe lo raggiunse, gli si pose vicino, a gomito a gomito, guardò il fiume anche lui. Tacevano tutti due; Giulio commosso da cento sentimenti, Giuseppe trèpido. Egli sentiva che il nipote era assalito dai ricordi ; e sapeva, e capiva che uno di quei ricordi, anche il più sbiadito, poteva confortare e tratte-