6 costrinse a frenare la penna e la lingua, per cui nell’ ultimo periodo prebellico la sua attività viene tutta assorbita dalla lotta politica. Quando però, scoppiata la grande guerra, si trasferì a Roma per perorare la causa della Dalmazia, ogni qualvolta le circostanze e il tempo glielo permisero, diede sfogo alle sue idee nelle colonne di qualche giornale. Se, com’ è da sperare, vedranno presto la luce le sue memorie ed appunti autobiografici, il lettore si meraviglierà di scoprire quanta mole di propaganda giornalistica sia stata compiuta da lui in quegli anni di attesa febbrile. Siccome anche in questo periodo, per evitare le persecuzioni dell’ Austria contro gli amici di Zara e il partito in Dalmazia, dovette continuar a lavorare sott’acqua, molti dei suoi articoli sarebbero rimasti anonimi, se lui stesso non ce li avesse segnalati. Oggi, per completare l’argomento che mi sono proposto d’illustrare, citeió solamente : «A Roma, novembre 1915. Scrissi per il «Giornale d’Italia» un articolo su Colautti... « Dicembre 1916. Ieri l’altro ho pubblicato su «L’Idea Nazionale» un articolo : Debellare l’Austria. Ieri ho dato un altro articolo : La grande Croazia... « Ho pubblicato nel primo numero dell’ edizione romana del « Popolo d’Italia » un articolo sulla Dalmazia in risposta a certi attacchi del prof. Arcangelo Ghisleri ». Abituato a muoversi e ad agire, Roberto Ghiglianovich non poteva stare inoperoso. Per ciò quando nella seconda meta del 1916 fu imbarcato sulla R. Nave « Etna » e stette per un certo tempo in attesa nel porto di Brindisi, non seppe resistere alla tentazione di preparare degli articoli di colore e d’occasione, che però devono essere rimasti inediti tra le sue carte. Ne ho trovato una piccola serie, col titolo « La guerra sul mare ». Non dispiacerà al lettore di leggerne uno, palpitante di sensazioni e di spirito patrio. LA GUERRA SUL MARE (Senzazioni di un irredento) Basso Adriatico, settembre. Partendo col treno riboccante di gente, tra cui molti ufficiali di terra e di mare e tra questi, alcuni delle flotte alleate, il mio cuore era gonfio di desiderio, ansioso di rivedere il mare. Dopo circa dieciotto mesi, lo avrei riveduto il mio Adriatico bello, avrei respirato il suo fresco profumo vivificatore, avrei sentito la sua turchina onda schiumosa infrangersi sull’aperta riva. E, guardando