18 riori a 20 mila uomini, quanti, allora, potevano darne i villaggi sotto la signoria più o meno diretta degli Scanderbeg del territorio tra il Drino e il Mati, che si deve considerare quello dove Scanderbeg sostenne principalmente la lotta. * * * Intorno a Marino Barlezio o Borlezio o Barletius, di cui non si sapeva fino ad oggi quasi nulla, il Pali ha messo in luce molte notizie biografiche. Barlezio è nato a Scutari e il Pali crede, contrariamente ad altri, eh’ egli dev’ essere d’origine italiana (aggiunge che era veneziano riguardo ai sentimenti e all’ educazione), anche perchè il suo nome può mettersi in relazione con la città di Barletta. Che Barlezio fosse un italiano, ci mostrano la sua cultura, i suoi sentimenti, così come essi appaiono dagli scritti, specialmente da un passo della storia di Scanderbeg, dicendo, sebbene per bocca del condottiero Jacopo Piccinino, che i Francesi sono superbi e hanno odio innato per gli Italiani, dei quali vogliono rendersi padroni per servirsene di giumento. Queste riflessioni del Barlezio coincidono con le spedizioni italiane di Carlo Vili (1483-1498) e di Luigi XII (1498-1515). Non sappiamo nè l’anno della nascita, nè quello della morte del Barlezio. Però, dalle sue opere non v’ è dubbio che sia vissuto nella seconda metà del XV secolo e almeno nella prima decade del seguente. La prima data che si può stabilire con certezza nella sua vita, è l’anno 1474, quando i Turchi tentarono, ma senza successo, il primo assedio di Scutari: egli si trovava allora nella città, prete o parroco cattolico « Scodrensis Sacerdos ». Ma egli vi fu anche durante il secondo assedio di Scutari (1478) cui prese parte come al primo facendone oggetto di una delle sue opere e forse della sua prima opera : De Obsidione Scodrensi ad Sere-nissimum Leonardum Lauretanum, Aristocratiae Venetae prìncipem, con-ciones variae a Meumethe Turca rum principe et ab aliìs militiae praefectis artificiose compositae. Irnpressum Venetiis per Bernardinum Venetum de Vitalibus. Anno Domini 1504, die 10 mensis Januarii, in 40 (piccoli), 77 ff. non num. In seguito alla pace del 1479, allorché la Repubblica si vide costretta a cedere la fedele città al Sultano (essa venne consegnata il 4 aprile di quell’ anno), anche il Barlezio si ritrasse con molti correligionari a Venezia, dove venne trattato con ogni riguardo. Egli sentì di dover essere riconoscente alla Signoria di S. Marco, come dimostra la dedica della sua opera De Obsidione Scodrensi al Doge Loredano cui esprime il desiderio di dimostrare l’eroica difesa quale un esempio per gli altri popoli e città in ciò che riguarda la fede e 1’ amore verso i Capi. Pare che egli fosse