61 Venezia lungo la costa dalmata : piccole fortezze commerciali, dotate di magazzini sicuri contro l’ingordigia dei pirati e le incursioni dei Turchi, degli Albanesi, dei Montenegrini... Cattaro, una piccola borgata, che può attrarre il viaggiatore per parecchi ricordi storici. Ragusa, città marinara che, pur conservando la sua indipendenza, visse con Venezia in contatto continuo, sia pure per rivalità, tanto che ebbe la medesima organizzazione politica repubblicana sotto la guida di un rettore (doge), che presiedeva in Senato vestito deli’ immancabile manto rosso... Curzola, una cittadina, richiama su di sè l’attenzione per il suo aspetto caratteristico, colle torri e col castello veneziano, col piccolo suo porto... Spalato, alla fine dei conti, presenta un interesse perchè contiene le rovine dei Palazzo di Diocleziano... Traù, uno dei tanti porti dalmati, rimasti sempre piccoli, ma gaio per la semplicità della sua vita... Sebenico, modesta città di provincia, colle vie e col porto deserto, ma battuta da un sole abbagliante. Per far comprendere ai romeni ia figura letteraria del Tommaseo, lo paragona a B. P. Hasdeu, che ebbe comuni con lui l'aspetto, le preoccupazioni, lo stile e l’epoca in cui visse. Zara è 1’ unico luogo della costa dalmata che appartenga ali’Italia, con un piccolo territorio circostante che ricorda la situazione politica internazionale delle rocce di Gibilterra. Del resto Zara, per l’aspetto e per le reminiscenze storiche, non differisce dalle altre cittadine dalmate. « Arrivando a Venezia per mare dalla Dalmazia e dall’ Istria, il viaggiatore subisce l’impressione della continuità e si persuade che Venezia costituisce l’epilogo naturale di questo viaggio. Sette secoli di storia insegnano che i Veneziani, dopo i Romani, sono coloro che hanno lasciato la più lunga ed espressiva forma di una nuova civiltà». o. r. Mario Ruffini : La Romania. Treves, Milano, 1939. Il prof. Ruffini, libero docente di lingua e letteratura romena all’ Università di Torino, ha dato finalmente agli italiani il tanto necessario e atteso libro, atto a far loro conoscere ed amare il popolo romeno. Ma purtroppo questo bel quadro della Romania, scritto con conoscenza profonda del popolo e del paese, della sua vita e della sua storia, è apparso alla vigilia del crollo di quella « grande Romania », uscita dalla pace di Versailles, che è stato di nuovo soffocata dalla pressione esterna dei popoli che la circondano ; sicché ii libro appare oggi, dolorosamente, superato. Ciò non per tanto-I’ opera del prof. Ruffini non è stata superflua, perchè servirà a ricordare agli ita-tiani l’importanza e la vastità del territorio e dell’elemento romeno, chiamati a concorrere anche nel futuro alla protezione del fianco orientale dell’Italia. Ora converrà che qualche altro italiano (perchè non ritengo probabile che il prof. Ruffini si sobbarchi al nuovo per lui, ingrato, lavoro) ci dia un libro sulla « media Romania legionaria » che, sono certo, uscirà consolidata e rafforzata dalle dolorose vicende degli ultimi mesi. Intanto chi voglia istruirsi sulla Romania, farà bene a leggere questo prezioso libro del prof. Ruffini che con una visione esatta, con uno stile scorrevole e chiaro, descrive in 10 capitoli : il paesaggio ; ia storia ; la geografia umana ; 1’ economia, il lavoro e le comunicazioni ; la vita rurale ; i centri urbani ; le costumanze del popolo romeno; la cultura; l’ordinamento politico e la vita sociale; perfino alcuni aspetti turistici della Romania. Finita la lettura, si potrà dire di aver fatto, idealmente, un bel viaggio, come succedeva una volta coi libri descrittivi di Edmondo De Amicis. E tutti si persuaderanno della verità di questo giudizio del prof. Ruffini ; « Nel campo delle scienze e delle lettere la Romania è una giovane nazione, piena di energia, che vuol far la sua strada e vuole far udire la sua voce fra le nazioni colte